WASHINGTON – La vicepresidente democratica Kamala Harris e l’ex presidente repubblicano Donald Trump si stanno contendendo la Casa Bianca, con la chiusura graduale dei seggi in tutti gli Stati Uniti e una lunga notte di attesa dei risultati.

Mentre andiamo in stampa, le proiezioni stanno crollando, con i media statunitensi che finora prevedono vittorie per Trump in 22 Stati, tra cui con molti elettorali come Texas e Ohio, e altri Stati di consolidata tendenza repubblicana.

Harris ha finora conquistato 11 Stati, tra cui quelli più popolosi come California e New York, così come il District of Columbia della capitale Washington. Per contro, Trump sta andando molto bene nelle zone rurali e suburbane del Pease.  

Finora, nel conteggio degli Stati già assegnati, Donald Trump può contare su 211 voti elettorali e Kamala Harris 153.

Il Collegio Elettorale conta 538 delegati e, per vincere, Trump o Harris hanno bisogno di almeno una maggioranza di 270.

L’Associated Press assegna lo Stato di Washington, con 12 grandi elettori, a Kamala Harris. A questo punto dello scrutinio, Donald Trump ha il 89% di chance di vincere, contro l’11% di Kamala Harris. 

Lo prevede il modello del New York Times, che stima l’esito della corsa in tempo reale sulla base dei dati dei sondaggi, dei voti finora scrutinati e di ciò che ci si aspetta dai voti rimanenti. La stima del collegio elettorale è 301 per il tycoon, 237 per la sua rivale, che avrebbe la magra consolazione di vincere il voto popolare dello 0,4%.

I dati parziali vedono, al momento di andare in stampa Donald Trump risulta in vantaggio in tutti i cinque i ‘swing states’ che risuloteranno cruciali per l’esito del voto presidenziale.

Secondo la Cnn, in Pennsylvania Harris è al 47,7% contro il 51,3% di Trump; in Michigan Harris è al 46,5% e Trump al 51,6%; in Wisconsin Harris è al 47,3% e Trump al 51,2%; in Georgia Trump è al 50,8% e Harris al 48,4%; in North Carolina (già assegnata al magnate dal Decision Desk di Fox News ) Trump è al 50,8% e Harris al 48,1%. Molto incerta la situazione in Virginia, dove Trump è dato al 49,5% dalla Cnn contro il 48,6% di Harris.

“Se vinciamo in Pennsylvania, vinciamo tutto”. È stato l’ultimo appello agli elettori ancora in coda lanciato da Donald Trump tramite il Philadelphia’s Talk Radio 1210.

I consensi degli elettori di origine latinoamericana verso Donal Trump sarebbero in aumento del 13% rispetto alle presidenziali del 2020, secondo un sondaggio del National Election Pool (Nep), la piattaforma delle principali testate americane che include, tra le altre, ABC News, CBS News, CNN e NBC News. Si tratta di un aumento “significativo” rilevato soprattutto tra l’elettorato maschile.

Complessivamente, il 53% dei latinos ha detto che avrebbe votato per la candidata democratica,

Kamala Harris, rispetto al 45% che ha detto che avrebbe votato per l’ex presidente Trump (2017-2021). Il sostegno dei latinos per Trump, stando al sondaggio, è particolarmente forte nella popolazione maschile: il 54% degli uomini intervistati ha votato per Trump, 18 punti in più rispetto alle ultime elezioni, mentre il sostegno femminile al candidato repubblicano si sarebbe fermato al 44% delle donne. L’exit poll, ha reso noto Nep, è stato condotto su 16.604 elettori intervistati all’uscita dal seggio.

Gli aventi diritto di origine latinoamericana sono 36,2 milioni, quattro milioni in più rispetto al 2020, e rappresentano circa il 14,7% di tutti gli elettori. Secondo dati del Pew Center nel 2020 erano il 13,6% dell’elettorato Usa. Il loro voto sarà particolarmente importante in due Stati chiave, Arizona e Nevada, dove rappresentano circa il 30% dell’elettorato.

Il 52% degli elettori di Donald Trump ritiene che le elezioni non si stiano svolgendo in modo equo e affidabile, contro un 47% che nega invece questo problema. È quanto emerge dagli exit poll della Cnn. Tra gli elettori di Kamala Harris solo l’11% ritiene che il voto sia suscettibile di brogli, mentre l’88% è fiducioso del contrario. 

Il 71% del totale degli elettori è preoccupato da possibili violenze post voto e solo il 27% non teme che si verifichino.