WASHINGTON - Donald Trump ha ordinato quello che ha definito “un blocco totale e completo” di tutte le petroliere sanzionate in entrata e in uscita dal Venezuela, segnando una nuova escalation nel confronto tra Washington e Caracas.

L’annuncio è stato diramato attraverso un messaggio pubblicato su Truth Social, nel quale il presidente degli Stati Uniti ha accusato il governo venezuelano di furto di beni, terrorismo, traffico di droga e tratta di esseri umani.

Nel post, Trump ha dichiarato che il regime di Nicolas Maduro è stato designato come “organizzazione terroristica straniera” e che, di conseguenza, gli Stati Uniti procederanno con il blocco di tutte le navi petrolifere colpite da sanzioni. Le parole del presidente sono diffuse a una settimana dal sequestro, da parte delle autorità statunitensi, di una petroliera sanzionata al largo delle coste venezuelane.

Il ministero delle Comunicazioni di Caracas non ha rilasciato commenti immediati. Poco prima dell’annuncio di Trump, Maduro aveva accusato “l’imperialismo e la destra fascista” di voler colonizzare il Venezuela per impadronirsi delle sue risorse naturali, ribadendo che il Paese difenderà la propria sovranità e che “la pace prevarrà”.

Il Venezuela possiede le maggiori riserve petrolifere accertate al mondo e produce circa un milione di barili al giorno. Il petrolio rappresenta da decenni la principale fonte di entrate dell’economia nazionale. Oltre 30 petroliere venezuelane sono al momento soggette a sanzioni statunitensi, nell’ambito di un pacchetto di misure in vigore da anni contro il governo Maduro.

Dall’introduzione delle prime sanzioni petrolifere nel 2017, durante la prima amministrazione Trump, il Venezuela ha fatto ricorso a una flotta opaca di navi senza bandiera per esportare greggio al di fuori dei canali ufficiali. La compagnia statale PDVSA è di fatto esclusa dai mercati globali e vende gran parte del petrolio con forti sconti, soprattutto sul mercato cinese.

Secondo esperti di diritto internazionale, le sanzioni consentono a uno Stato di vietare l’accesso ai propri porti o di imporre rotte specifiche alle navi, ma non conferiscono automaticamente il diritto di sequestro in alto mare. Resta quindi poco chiaro come Washington intenda applicare concretamente quello che Trump ha definito un blocco “totale e completo”.

La misura si inserisce in un contesto di crescente pressione militare. La campagna di Trump ha incluso un rafforzamento della presenza navale nella regione e decine di attacchi contro imbarcazioni nel Pacifico e nei Caraibi, che avrebbero causato almeno 90 vittime. Il presidente ha inoltre affermato che attacchi terrestri contro il Venezuela potrebbero iniziare a breve.

Al momento, la Marina statunitense mantiene nella regione 11 navi, tra cui una portaerei e diverse unità anfibie, appoggiate da velivoli come elicotteri, V-22 Osprey e aerei di pattugliamento marittimo P-8 Poseidon. Una presenza che rende concreta, ma ancora equivoca nei dettagli, l’attuazione della nuova linea dura annunciata dalla Casa Bianca.