WASHINGTON - In un’atmosfera già carica di spirito natalizio, il presidente Donald Trump si è rivolto ieri sera alla Nazione dalla Diplomatic Reception Room della Casa Bianca. Per venti minuti, con un ritmo serrato e un tono che fonti interne descrivono come segnato dalla tensione per le prossime elezioni di Midterm, il tycoon ha rivendicato i successi del suo primo anno al potere: “Buonasera America. Undici mesi fa ho ereditato un disastro e lo sto sistemando”, ha esordito, lanciando un attacco diretto al predecessore Joe Biden, accusato di aver lasciato un Paese “morto”. 

Il tema centrale è stato, ancora una volta, l’immigrazione. Trump ha rivendicato di aver fermato quella che definisce una “invasione”, sostenendo che sotto la precedente amministrazione siano entrati 25 milioni di persone (sebbene i dati ufficiali parlino di circa 12 milioni).  

Il presidente si è preso il merito di aver avviato un processo di “migrazione inversa” e di aver reso Washington una città sicura, colpendo duramente i cartelli della droga con una riduzione dichiarata del 94% dei flussi di stupefacenti. “Non servivano nuove leggi - ha tuonato - serviva un nuovo presidente”. 

In un annuncio a sorpresa che ha infiammato il dibattito, Trump ha comunicato che 1,45 milioni di militari riceveranno entro Natale un bonus di 1.776 dollari (cifra simbolica che richiama l’anno della fondazione degli Stati Uniti). Questo “dividendo da guerriero”, dal costo stimato di 2,6 miliardi di dollari, sarà finanziato direttamente dai proventi dei dazi.  

Proprio le tariffe rimangono il perno della sua politica economica. Definendole la sua “parola preferita”, il presidente ha sostenuto che i dazi hanno già attirato 18.000 miliardi di dollari di nuovi investimenti, convincendo le aziende a produrre negli Usa per evitare i balzelli. Tuttavia, questa linea protezionistica non è priva di critiche interne: persino la sua Chief of Staff, Susie Wiles, in una controversa intervista a Vanity Fair, ha ammesso che l’impatto dei dazi è stato “più doloroso del previsto”. 

Sul fronte interno, la sfida principale resta l’affordability, ovvero la capacità di spesa delle famiglie. Mentre Trump assicura che l’inflazione sta diminuendo rapidamente e che i salari sono tornati a crescere più dei prezzi, i dati di novembre mostrano una disoccupazione in risalita al 4,6% e un’inflazione che fatica a scendere sotto il 3%. 

Il presidente ha colto l’occasione per mettere pressione alla Federal Reserve, annunciando che a gennaio nominerà un nuovo presidente della banca centrale che abbia come priorità assoluta il taglio dei tassi d’interesse. “L’economia comincerà a funzionare davvero solo con tassi bassi”, ha assicurato, ignorando gli avvertimenti di Jerome Powell sul rischio che i dazi alimentino ulteriormente la crescita dei prezzi. 

Nel settore sanitario, Trump ha rilanciato la battaglia contro l’Obamacare, ribattezzato “Unaffordable Care Act”, promettendo di sostituirlo con un sistema che restituisca i fondi direttamente ai cittadini. Ha inoltre annunciato il lancio di “Trump RX” per gennaio 2026, una piattaforma per l’acquisto di farmaci a prezzi calmierati che, secondo il presidente, potrebbe tagliare i costi delle medicine fino al 600%. 

Guardando al 2026, anno in cui gli Usa ospiteranno la Coppa del Mondo di calcio, Trump ha promesso un boom economico senza precedenti grazie al “Big Beautiful Bill”, la legge di bilancio che entrerà in vigore a gennaio. Secondo le sue previsioni, i nuovi tagli fiscali (i più grandi della storia) faranno risparmiare alle famiglie tra gli 11.000 e i 20.000 dollari l’anno.  

Infine, ha ribadito la guerra all’energia verde, definita una “truffa”, promettendo un drastico abbassamento dei prezzi dei carburanti per riportare la benzina sotto i 2 dollari al gallone in tutto il Paese.