CANBERRA - Albanese ha spiegato che l’ultima conversazione, avvenuta poco più di una settimana fa, è stata “davvero calorosa” e che i rapporti con Washington restano una priorità per il governo australiano.
Il primo ministro non ha ancora avuto un incontro di persona con Trump: il faccia a faccia previsto a margine del G7 in Canada, lo scorso giugno, era stato annullato a causa dell’escalation del conflitto tra Israele e Iran. Il governo non ha ancora confermato se un nuovo meeting potrà avvenire quando Albanese sarà a New York per l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a fine settembre.
Sebbene le relazioni restino improntate a toni rispettosi, le divergenze fra Canberra e Washington non mancano. Sul tavolo rimangono le tariffe americane: i prodotti australiani diretti negli Stati Uniti continuano a pagare un’imposta di base del 10 per cento, mentre acciaio e alluminio sono gravati da un dazio del 50 per cento. Albanese ha ribadito che l’Australia continuerà a fare pressioni per ridurre questi oneri, ritenuti penalizzanti per l’export nazionale.
Altro dossier sensibile è quello del patto AUKUS: l’Australia attende l’esito della revisione del Pentagono sull’accordo per la fornitura di sommergibili nucleari classe Virginia. Gli analisti non si aspettano che l’amministrazione Trump cancelli il progetto da 368 miliardi di dollari, ma non escludono richieste di maggiori contributi finanziari da parte australiana per sostenere la cantieristica statunitense.
Anche la spesa per la difesa è un punto di frizione: Washington ha chiesto a Canberra di portarla al 3,5 per cento del PIL, mentre il governo Albanese ha fissato l’obiettivo al 2,33 per cento entro il 2033/34. Sul fronte diplomatico, la decisione australiana di riconoscere uno Stato palestinese all’ONU ha generato “delusione e disappunto” in alcuni ambienti dell’amministrazione americana, aumentando la complessità del dialogo bilaterale.
Malgrado ciò, Trump mantiene toni concilianti, segnalando la volontà di continuare una collaborazione strategica che resta cruciale per entrambi i Paesi. Per Canberra la sfida sarà mantenere un equilibrio fra il rafforzamento del legame con Washington e la tutela delle proprie priorità economiche e di politica estera.