WASHINGTON - Donald Trump ha accusato Vladimir Putin di dire “un sacco di fesserie” sull’Ucraina, lasciando intendere di voler imporre nuove sanzioni a Mosca. “Se volete la verità, Putin dice un sacco di stronzate. È sempre molto gentile, ma non significa nulla”, ha detto il presidente degli Stati Uniti ai giornalisti durante l'incontro alla Casa Bianca. Donald Trump ha anche assicurato ai giornalisti di stare “studiando molto attentamente” un disegno di legge del Senato volto a imporre nuove sanzioni alla Russia. “Ci stiamo pensando con forza”, ha detto, rispondendo alle domande dei giornalisti, ma senza entrare nei dettagli. 

Secondo quanto riferito dal Wall Street Journal, la Casa Bianca starebbe valutando l'invio di un ulteriore sistema di difesa aerea Patriot all'Ucraina, dopo aver promesso di rafforzare le difese di Kiev contro gli attacchi russi. 

Ma il Cremlino si pone in modo “piuttosto calmo” di fronte alla “dura retorica” del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che si è detto “molto deluso” da Putin, accusato di “volere solo continuare a uccidere” in Ucraina. Lo ha dichiarato in conferenza stampa il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov. “Trump, in generale, ha uno stile piuttosto duro nelle frasi che usa – ha affermato Peskov – ma siamo calmi in proposito. Speriamo di continuare il dialogo con Washington per restaurare relazioni bilaterali danneggiate in modo serio”. 

Peskov ha poi espresso la speranza che l'amministrazione Trump “prosegua gli sforzi per portare il processo di accordo sull'Ucraina su un binario politico e diplomatico, nonostante tutte le decisioni sul ripristino delle forniture di armi, sebbene nessuno abbia mai davvero fermato alcuna fornitura”. Il portavoce della presidenza russa ha anche sottolineato la necessità di iniziare il prima possibile la discussione con Kiev sui memorandum con le condizioni per la pace, in vista del terzo giro di colloqui diretti a Istanbul, la cui data non è stata ancora decisa. “Sarà un processo molto complicato, che richiederà molto di più di un giorno e di una notte”, ha avvertito Peskov. 

Intanto, nella notte, ci sono stati 3 morti, tra cui un soldato della guardia nazionale, nella città russa di Kursk, al confine con l'Ucraina. Lo ha riferito il governatore ad interim della regione, Aleksandr Khinshtein, sul suo canale Telegram. “Insieme a un compagno, si sono recati sulla spiaggia” lungo un fiume della città di Kursk dopo la segnalazione di un attacco con droni. “Il sergente maggiore ha iniziato a evacuare le persone e in quel momento si è verificata una seconda esplosione” ha scritto su Telegram il governatore Khinshtein che ha segnalato inoltre la presenza di 7 feriti.  

Oltre all'invio di Patriot, riferisce sempre il WSJ, la Casa Bianca ha chiesto al Pentagono di preparare altre opzioni per ulteriore assistenza militare. Washington sta anche valutando se altri Paesi possano fornire all'Ucraina altri sistemi Patriot e nel frattempo, si discute sulla possibilità di coinvolgere gli alleati nel trasferimento di altri sistemi di questo tipo a Kiev. 

Un ex funzionario del Pentagono ha affermato che gli Stati Uniti hanno fornito all'Ucraina tre sistemi Patriot, la Germania ne ha inviati altri tre e un consorzio di paesi europei ne ha fornito un altro. Tuttavia, non tutti questi sistemi sono operativi contemporaneamente a causa di problemi di manutenzione, aggiunge la fonte. 

Il presidente americano Donald Trump, durante un incontro privato con i donatori dello scorso anno, ha cercato di dissuadere il presidente russo Vladimir Putin dall'attaccare l'Ucraina minacciando di “bombardare Mosca a tappeto” per rappresaglia. Lo riporta la Cnn che ha ottenuto una registrazione audio con le parole di Trump. 

“Con Putin ho detto: ‘Se vai in Ucraina, bombarderò Mosca a tappeto. Ti dico che non ho scelta’”, ha detto Trump durante una raccolta fondi del 2024, secondo l'audio. “E Putin mi ha risposto: ‘Non ti credo’. Ma lui mi ha creduto al 10%”, ha aggiunto Trump. 

Il presidente americano ha poi affermato di aver trasmesso un avvertimento simile al presidente cinese Xi Jinping in merito a una possibile invasione di Taiwan, dicendogli che gli Stati Uniti avrebbero risposto bombardando Pechino. “Pensava che fossi pazzo”, ha detto Trump riferendosi a Xi, prima di sottolineare che “non abbiamo mai avuto problemi”.