WASHINGTON - Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato davanti ai cronisti nello Studio Ovale l’ordine esecutivo che sancisce il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Il testo dell’ordine cita “la cattiva gestione della pandemia di Covid-19 sorta da Wuhan, Cina, e altre crisi sanitarie globali”, nonché “la mancata adozione di riforme urgenti e l’incapacità di dimostrare indipendenza da influenze politiche inopportune di Stati membri”. L’Oms viene inoltre accusata di “continuare a chiedere pagamenti ingiustamente onerosi” agli Stati Uniti.
Immediata la reazione di Pechino, che si è offerta di colmare il vuoto lasciato dal ritiro degli Stati Uniti. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha affermato che la Cina continuerà a sostenere l’Oms. “Il suo ruolo dovrebbe essere solo rafforzato, non indebolito – ha affermato Guo Jiakun –. La Cina, come sempre, la sosterrà nell’adempimento delle sue responsabilità e lavorerà per costruire una comunità sanitaria condivisa per l’umanità”.
L’Organizzazione mondiale della sanità si è detta “rammaricata” per la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dall’agenzia delle Nazioni Unite. “L’Oms svolge un ruolo cruciale nella protezione della salute e della sicurezza delle persone nel mondo, compresi gli americani –ha detto il portavoce Tarik Jasarevic ai giornalisti a Ginevra –. Ci auguriamo che gli Stati Uniti ci ripensino e non vediamo l’ora di impegnarci in un dialogo costruttivo per mantenere la partnership tra Usa e Oms, a beneficio della salute e del benessere di milioni di persone in tutto il mondo”.
La portavoce per la Sanità della Commissione Europea , Eva Hrncirova, ha espresso preoccupazione e ha annunciato un’analisi interna sull’impatto sui fondi.
“Se vogliamo essere resilienti alle minacce sanitarie globali, dobbiamo avere una cooperazione globale nell’area sanitaria – ha dichiarato nel briefing quotidiano con la stampa –. Guardiamo con preoccupazione l’annuncio di ritiro dall’Organizzazione mondiale della sanità da parte degli Stati Uniti e confidiamo che l’amministrazione statunitense considererà tutto questo prima del ritiro formale”. La prima fonte di preoccupazione riguarda “le implicazioni finanziarie e il divario che si creerà” e la portavoce ha aggiunto che “ora analizziamo attentamente la situazione con i nostri partner e sollecitiamo tutti i membri dell’Oms ad affrontare questa sfida e a rafforzare gli impegni per avere un finanziamento prevedibile e flessibile per l’Organizzazione”.
Meno vaccini e oltretutto distribuiti con maggiore ritardo, nessuna allerta sulla minaccia di epidemie. Sono i rischi che gli Stati Uniti corrono dopo l’uscita dall’Oms. Diversi esperti, del resto, hanno espresso apprensione per la decisione: “Non possiamo rendere l’Oms più efficace abbandonandola – ha scritto Tom Frieden, ex alto funzionario sanitario sotto Barack Obama, su X –. La decisione di ritirarci indebolisce l’influenza dell’America, aumenta il rischio di una pandemia letale e rende tutti noi meno sicuri”.
Altri hanno avvertito che ritirandosi dall’organizzazione, gli Stati Uniti perderanno l’accesso privilegiato a importanti dati di sorveglianza epidemica e questo potrebbe danneggiare la capacità di monitorare e prevenire minacce sanitarie dall’estero.
“Invece di essere i primi a ricevere i vaccini, saremo in fondo alla fila – ha scritto Lawrence Gostin, professore di Diritto della sanità pubblica alla Georgetown University –. Il ritiro dall’Oms infligge una profonda ferita alla sicurezza degli Stati Uniti e al nostro vantaggio competitivo nell’innovazione”.
La tempistica del ritiro degli Stati Uniti arriva in mezzo a crescenti timori sul potenziale pandemico dell’attuale epidemia di influenza aviaria (H5N1), che ha infettato decine di persone e causato un decesso negli Paese.
Nel frattempo, dalla fine del 2021, gli stati membri dell’Oms stanno accordando il primo trattato al mondo sulla prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie, negoziati che sono ora destinati a procedere senza la partecipazione degli Stati Uniti.