WASHINGTON - Dopo aver inviato migliaia di uomini della Guardia Nazionale e agenti federali a Washington D.C., il presidente ha indicato come prossime possibili destinazioni Baltimora, Chicago e New York.
Lo scontro più acceso è avvenuto con il governatore del Maryland, Wes Moore, che aveva invitato Trump a una “passeggiata per la sicurezza” a Baltimora. Il presidente ha risposto definendo “provocatorio” l’invito e minacciando: “Se Moore ha bisogno di aiuto, come Newsom a Los Angeles, manderò le truppe e ripulirò subito il crimine”. Trump ha accusato Moore e altri governatori democratici di falsificare i dati sulla criminalità.
I dati ufficiali raccontano un quadro più complesso. A Baltimora, gli omicidi nel 2024 sono scesi del 24% rispetto all’anno precedente e del 42% dal 2021, toccando i livelli più bassi in oltre 50 anni. Anche i reati violenti complessivi sono calati dell’8% e i furti del 20%. A Washington D.C., il Dipartimento di Polizia Metropolitana ha registrato nel 2024 il livello di criminalità violenta più basso degli ultimi 30 anni, con un ulteriore calo del 26% nei primi mesi del 2025.
Malgrado questi trend positivi, la criminalità resta un problema strutturale delle grandi metropoli americane. Chicago, ad esempio, continua a registrare centinaia di omicidi l’anno, mentre a New York le rapine e le aggressioni restano sopra la media nazionale. Trump ha fatto leva su queste criticità, parlando di “città infernali” e sostenendo che solo la presenza militare possa garantire sicurezza.
Le sue mosse hanno però scatenato una forte reazione politica. Il governatore dell’Illinois, JB Pritzker, ha definito l’operazione “un abuso di potere” e promesso di difendere l’autonomia del suo stato. Anche il sindaco di Chicago, Brandon Johnson, ha annunciato ricorsi legali per impedire “un’occupazione militare”. Il leader democratico alla Camera, Hakeem Jeffries, ha ribadito che il presidente non ha l’autorità legale per inviare truppe senza il consenso degli Stati.
Anche il reverendo Al Sharpton ha denunciato quella che lui giudica una natura discriminatoria degli interventi, sottolineando che le città prese di mira sono tutte a maggioranza afroamericana e guidate da sindaci neri. “Non è una questione di crimine, ma di razzismo e potere politico”, ha affermato.
Un sondaggio del Washington Post ha mostrato che quasi l’80% dei residenti di Washington è contrario alla presenza di truppe federali. Ma Trump insiste: “D.C. era un inferno, ora è sicura. E Chicago sarà la prossima”.
Lo scontro sul crimine urbano si conferma così non solo una questione di sicurezza, ma anche un’arma politica che potrebbe pesare sulle prossime elezioni presidenziali.