BOLOGNA – Gli eroi, cantava Francesco Guccini, “son tutti giovani e belli”. Ma se ti chiami Ernesto Guevara non basta.
Se sei Guevara, il Che, allora diventi un’icona del ‘900, un mito pop la cui immagine è riprodotta su poster, bandiere, magliette, tazze e magneti da frigorifero. Un rivoluzionario riconosciuto e rispettato, per i suoi ideali, anche dalla parte avversa.
A lui e alla sua storia, che è poi la storia di un continente e di un secolo, è dedicata la mostra Che Guevara. Tú y todos, ospitata fino al 30 giugno 2025 al Museo Civico Archeologico di Bologna. Un viaggio nella vita di un uomo che ha segnato profondamente l’immaginario collettivo di intere generazioni, divenendo l’essenza stessa del rivoluzionario: Ernesto Guevara de la Serna, universalmente conosciuto come Che Guevara.
Gli spazi museali accolgono una cospicua parte del repertorio fotografico e documentaristico inedito dell’archivio del Centros de Estudios Che Guevara a L’Avana. Oltre 2.000 documenti inediti, tra lettere, appunti, diari, fotografie scattate da lui stesso, immagini ufficiali e private, scritti autografi e video dell’epoca.
Il tutto digitalizzato e offerto in un ambiente immersivo e interattivo. Il pubblico potrà così esplorare i momenti cruciali della vita di Che Guevara, permettendo di scoprire la sua umanità, i suoi ideali e i suoi legami affettivi.
Si inizia dalla famiglia, dall’incontro dei genitori Ernesto Guevara Lynch e Celia de la Serna, la nascita del piccolo Ernesto, la cui vita è segnata dall’asma fin dalle prime settimane. Da qui la decisione di abbandonare Buenos Aires e il suo clima umido per quello più salubre di Alta Gracia, sulla sierra di Córdoba.
Qui avverrà l’incontro con la famiglia di Carlos Ferrer Moratel, il medico che lo avrà in cura durante tutta l’infanzia e il cui figlio, Carlos, diventerà il migliore amico del Che.
Un giovanissimo Ernesto ai tempi degli studi in Medicina.
Poi gli studi di Medicina e la giovinezza, i viaggi in America Latina, con Alberto Granado e lo stesso Carlos Ferrer, che tanto contribuiranno alla formazione della sua coscienza politica. E ancora gli amori, i figli, l’adesione alla rivoluzione cubana, un anno passato in incognito come spia a Praga, fino alla tragica fine in Bolivia.
In parallelo, sono contestualizzati gli eventi storici e geopolitici di un periodo cruciale, dagli inizi degli anni ’50 alla fine degli anni ’60.
Il titolo della mostra, Tú y todos, riprende un verso di una poesia che Che Guevara scrisse alla moglie Aleida prima della sua partenza per la Bolivia, dove fu catturato e fucilato il 9 ottobre 1967, dopo un lungo interrogatorio.
Il titolo sottolinea l’obiettivo della mostra: restituire una dimensione intima alla figura di Ernesto Che Guevara, marito e padre, distaccandola dal mito del guerrigliero intransigente e senza paura, costruito in modo ideologico, di volta in volta a favore o contro il suo schieramento politico.
La mostra pone il visitatore al centro, coinvolgendolo direttamente e rendendolo parte attiva dell’esperienza, attraverso un approccio innovativo alla divulgazione. Potrà sfogliare, sebbene in modo virtuale, album fotografici di famiglia, leggere diari, rovistare nei cassetti a caccia di ricordi.
La mostra è curata da Daniele Zambelli, Flavio Andreini, Camilo Guevara e Maria del Carmen Ariet Garcia, con una colonna sonora originale composta da Andrea Guerra. La realizzazione del progetto ha visto la stretta collaborazione della moglie di Che Guevara, Aleida March, e del figlio Camilo Guevara, scomparso nel 2022, a cui l’intero progetto espositivo è dedicato.
La mostra è aperta tutti i giorni, eccetto il martedì, dalle 10 alle 18 (fino alle 19 il sabato, domenica e festivi). Per informazioni, visitare la pagina web del Museo Civico di Bologna.