TORINO – “Darò tutto, non voglio deludere nessuno e anzi voglio fare un lavoro giusto”. Igor Tudor, grato “per questa opportunità, per questa possibilità di allenare questo grande club”, è pronto a rimboccarsi le maniche. Arrivato lunedì, il tecnico croato è stato presentato all’Allianz Stadium, a due giorni dal debutto in panchina.
“Le emozioni chiaramente ci sono, perché la Juve è un club che tutti vorrebbero venire ad allenare. C’è voglia di fare bene, di riuscire a raggiungere l’obiettivo che sappiamo tutti qual è. Credo tanto in questa squadra perché ci sono giocatori forti, sappiamo qual è il momento, ma c’è poco tempo per lavorare. Ieri sono arrivati i nazionali e abbiamo fatto un primo allenamento però non ci sono scuse. Nella mia vita mai ho cercato scuse, cercavo le sfide e cerco giocatori a cui dare responsabilità. Partiamo così”.
La necessità di sostituire Thiago Motta è arrivata dopo i ko con Atalanta e Fiorentina “non solo per le sconfitte, ma anche l’andamento di come sono avvenute - ha spiegato il direttore generale Cristiano Giuntoli -. Le nostre scelte sono andate subito su Igor, non solo per il suo passato nella Juventus come calciatore e come vice allenatore, che sicuramente lo farà e lo ha fatto già inserire velocemente nel contesto, ma anche soprattutto per le sue qualità tecniche, umane e morali. Igor rimarrà con noi fino alla fine della stagione compreso il Mondiale per Club poi ci sederemo intorno a un tavolo e la speranza è quella di continuare insieme”.
Tudor ha poi iniziato a parlare della sua Juventus, a cominciare dall’attacco e da Dusan Vlahovic: “Un giocatore che ha tutte le doti che deve avere uno di prima classe. Sa fare gol, capisce, è intelligente, motivatore. Abbiamo lui e Kolo che sono giocatori forti, possono giocare insieme, uno o l’altro, si può fare tutto”.
Tudor ha spiegato di aver “visto tutti i ragazzi dispiaciuti, quando un allenatore va via è anche responsabilità loro. Allo stesso momento li ho visti molto vogliosi, motivati a ripartire”.
Sulla definizione di allenatore ha risposto: “Faccio scelte con il cuore. Ho il contratto, non ho il contratto... se mi sento che è giusto proseguo, se sento che non è giusto vado a casa. Si vive il presente, anche nella vita. Avere 10 anni di contratto a me cambia poco, vorrei stare 10 anni qui ma faccio comunque il mio lavoro. Così va vissuta la vita da allenatore”.
Chi siano i leader nello spogliatoio Tudor non lo può ancora sapere ma “quando sei alla Juve non frega a nessuno se sei giovane o vecchio, devi essere forte. La cultura di lavoro è quella che mi è stato trasmesso vivendo 7-8 anni qua. Quella cultura e l’umiltà di gente come Del Piero, Zidane, Montero”. Il capitano sarà Locatelli e in generale “bisogna lavorare su tutto e dare un po’ di spensieratezza. Allo stesso tempo dare anche qualcosa dal punto di vista tattico. Cattiveria, ma anche le cose giuste. Lavorare su tutti gli aspetti e non trascurare niente, ma andare forte, consapevoli di quello che rappresentiamo”.
Sulla possibile scelta di una difesa ha tre, Tudor ha chiarito che “bisogna guardare le caratteristiche della squadra” e che “per le cose giuste ci vorranno due-tre settimane”. E per l’allenatore in questo momento i giocatori hanno bisogno “di positività, poi però dobbiamo mettere il casco e pedalare. C’è da ripartire ma senza ansia. Sappiamo la pressione di essere alla Juve”.
Per Tudor sarà una squadra che deve cercare il successo ma con attenzione:
“Voglio gente che si diverta, voglio sempre fare un gol in più, mi piace attaccare con tanti giocatori, ma non voglio nemmeno prendere gol. Il lavoro deve essere completo”.
E alla Juventus in questo momento servono anche i tifosi che nelle ultime gare hanno contestato o lasciato lo stadio: “Sono sicuro che sabato ci supporteranno, perché il club si ama - ha sottolineato Tudor -. I ragazzi ci tengono e sono sicuro che faremo una bella gara. La partita col Genoa sarà difficile con Vieira che sta facendo molto bene”. Tudor ritrova Thuram e Kolo Muani già incrociato quando allenava il Marsiglia: “Ieri ho sentito Lilian, abbiamo fatto una chiacchierata, mi ha detto: ‘Guarda che se fa qualcosa di sbagliato, dagli subito uno schiaffo’. No, è ben educato, Khephren lo conosco da Nizza, l’ho incontrato con il Marsiglia. Kolo l’ho visto ieri, giocatore fortissimo, non devo dirlo io. L’ho visto giocare. Ci siamo conosciuti ieri”.
Anche i calci piazzati sono stati sfruttati poco quest’anno: “Non mi va di commentare quello che è successo prima - ha risposto Tudor -. Mi piacciono i calci piazzati ed è un assetto importante sia difensivo sia offensivo. Lo sarà sempre di più, si guadagnano punti, si muove la classifica con i calci piazzati. È una parte che diventa sempre più importante nel calcio di oggi, si deve lavorare forte su questo aspetto”.
Tecnici come Lippi, Capello e Ancelotti sono stati per Tudor “una scuola di vita” e infine un pensiero l’ha avuto proprio per Marcello Lippi: “Mi ha portato alla Juventus. Quando penso a lui, io penso alla Juventus, al suo modo di comunicare e gestire lo spogliatoio. Gli voglio molto bene”.