ANKARA - La Turchia nella morsa del fuoco. Da giorni gli aerei di Ankara sono impegnati in una lotta contro fiamme, vento e calore per fermare gli incendi che fino ad ora hanno costretto a evacuare villaggi, distrutto case e piantagioni e intossicato decine di persone. Per i roghi, in gran parte dolosi, sono già scattati numerosi arresti.
Particolarmente critica la situazione della provincia di Smirne, popolosa città della costa egea, dove i focolai attivi sono tre e i canadair ed elicotteri stanno compiendo raid senza sosta. Al momento 4 villaggi e 2 quartieri sono stati evacuati, 20 le case distrutte e 13 le persone. Diciassette gli arrestati, trovati in possesso di taniche di benzina. Le operazioni per domare le fiamme sono rese difficili dal vento a 110 km orari.
Oltre 50.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni e fuggire. Lo ha riferito l’agenzia per i disastri Afad, sottolineando che “un totale di oltre 50.000 cittadini provenienti da 41 centri sono stati temporaneamente trasferiti in aree sicure”.
Fiamme anche nella provincia di Manisa, dove un incendio è divampato da un allevamento di api, ma è andato fuori controllo a causa del vento. In stato d’arresto l’apicoltore, un villaggio evacuato. Nella provincia di Antalya un altro rogo ha distrutto piantagioni di banane e di avocado e diverse persone sono state ospedalizzate con segni di intossicazione. Nella provincia terremotata di Hatay, nel sud, un altro incendio minaccia invece una zona agricola e alcune case sono state evacuate in via precauzionale.