Da metà febbraio le frontiere australiane hanno riaperto al turismo internazionale dopo ben due anni di chiusura totale a causa del COVID-19, ma il flusso dei turisti stranieri non è ancora ripreso a pieno ritmo.

Le grandi navi da crociera da qualche settimana sono tornate ad attraccare a Sydney riportando un po’ di movimento nella sonnacchiosa Circular Quay, ma la maggioranza dei viaggiatori che scelgono di venire in Australia via mare, attualmente arrivano quasi esclusivamente dagli Stati Uniti.

I turisti che al momento si riaffacciano nei luoghi simbolo della città sono fortunati perché non trovano l’affollamento di una volta. Mrs Macquarie’s Chair nel parco del Domain non è presa d’assalto come prima dai gruppi che si accalcavano per una foto ricordo e la zona intorno alla Sydney Opera House è tranquilla e ancora semivuota. Una situazione ideale per chi ha prenotato un viaggio Down Under in questo periodo. 

Il turismo italiano in Australia, che già prima dello stop forzato rappresentava uno dei gruppi meno folti in confronto ad altre nazionalità, stenta ancora molto ad avviarsi. Agosto è sempre stato il mese preferito per le vacanze dai nostri connazionali e Sydney in questo periodo veniva presa d’assalto, ma quest’anno è come se il turismo italiano in Australia soffrisse di una forma refrattaria di ‘long COVID’  e c’è da temere che la convalescenza per il settore, sarà ancora molto lunga.

Parlando con alcuni viaggiatori si evince che la causa di questa scarsa affluenza sia dovuta alle difficoltà burocratiche riguardo vaccinazioni e tamponi, che avevano scoraggiato molti dal programmare un viaggio così impegnativo sia in termini di spesa che di tempo facendo preferire all’Australia mete più vicine e agevoli. Parlando invece con gli operatori turistici in Australia il problema deriva dalla difficoltà di reperire fornitori di servizi turistici nelle destinazioni preferite e che quindi provoca la cancellazione di molti dei tour già prenotati.

Questa difficoltà della filiera del turismo è una conseguenza dell’interruzione totale, alla fine del 2020, del supporto di JobKeeper al settore turistico che operava con l’estero che ha lasciato molte agenzie senza alcuna alternativa se non quella di chiudere i battenti, sgretolando in questo modo la fitta rete di connessioni necessaria con i fornitori di servizi indispensabili per viaggiare in un continente grande e difficile come l’Australia. 

Tra coloro che sono riusciti a prenotare un viaggio ci sono molte giovani coppie in luna di miele. Per questi giovani spesso l’Australia è solo una fermata transitoria verso le isole del Pacifico come Tahiti e Bora Bora. La sfolgorante bellezza della baia di Sydney non manca di incantare i visitatori che restano confusi dalla conformazione frastagliata della costa. Il centro della città li intriga con la sua mescolanza di architetture ardite e ultramoderne alternate a zone verdi con alberi secolari, gli imponenti palazzi governativi e la zona storica di The Rocks.

E naturalmente nessun visitatore resta indifferente di fronte all’armonia della Sydney Opera House e le foto ricordo, con alle spalle quello che ormai è il simbolo non solo di Sydney ma dell’Australia, si sprecano. 

Ma Sydney ha anche i suoi luoghi segreti e i turisti adorano farsi portare da una guida esperta in posti speciali, angoli e spiaggette romantiche pochissimo frequentate da cui si godono viste mozzafiato, in luoghi isolati, frequentati solo dagli abitanti locali e che lasciano sempre i visitatori stupefatti come il parco attorno la Strickland House con la stupenda vista su Rose Bay e Point Piper o il romantico ponticello che unisce le due sponde di Parsley Bay nei quartieri est di Sydney.

Prima del COVID-19, il turismo internazionale in Australia contribuiva con 60 miliardi di dollari all’anno al GDP ed era in costante crescita, ma a causa delle ripercussioni della pandemia tutto il settore rimane sotto del 70%.

Gli operatori turistici che lavorano con l’Italia si augurano che il flusso di visitatori possa riprendersi al più presto e in modo consistente nonostante tutti gli indicatori segnalino che purtroppo almeno fino all’anno prossimo non ci saranno sostanziali balzi in avanti.