ROMA – Il dibattito politico si accende anche in piena estate, con centrodestra e centrosinistra divisi sulla reale situazione del turismo in Italia.
Da un lato le opposizioni, che denunciano vacanze sempre più brevi o del tutto impossibili per molte famiglie, a causa dell’aumento dei prezzi e del calo del potere d’acquisto; dall’altro la maggioranza, che respinge le accuse e parla di dati record, soprattutto per il turismo in montagna.
Per il Partito democratico, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), l’aumento dei costi sui litorali – con ombrelloni e lettini che, in Sardegna, Salento e Versilia, arriverebbero fino a 90-120 euro al giorno e punte di oltre 900 euro negli stabilimenti di lusso – sta scoraggiando i vacanzieri.
Il vicepresidente M5S Mario Turco critica la mancata revisione delle concessioni balneari, mentre il responsabile economico del Pd Antonio Misiani parla di “impoverimento del ceto medio” e di famiglie costrette a ridurre le ferie o a rinunciarvi del tutto.
Le opposizioni citano dati dei sindacati dei balneari, che segnalano un calo del 15% di presenze e consumi rispetto al 2023, con punte del 25% in Calabria ed Emilia-Romagna. A ciò si aggiunge il rapporto Ocse, che indica una diminuzione del 7,5% dei salari reali in Italia dal 2021.
La segretaria del Pd Elly Schlein propone di ridurre il costo dell’energia e introdurre un salario minimo, mentre Giuseppe Conte torna sul tema degli extraprofitti bancari, accusando gli istituti di registrare utili record mentre i redditi si riducono. Nicola Fratoianni di Avs evidenzia che tra il 2018 e il 2024 le banche avrebbero incassato 162 miliardi di utili, a fronte di un calo dell’11% del potere d’acquisto.
Dal fronte della maggioranza, Gianluca Caramanna (FdI) e Luca De Carlo, presidente della Commissione Industria e Turismo del Senato, negano la “crisi delle vacanze”.
Sottolineano invece la crescita del turismo montano, con oltre 6,8 milioni di arrivi stimati per l’estate 2024 (+4,8% rispetto al 2023). Il Trentino-Alto Adige guida per saturazione delle strutture, seguito da Valle d’Aosta e Abruzzo. Secondo Fratelli d’Italia, si tratta del “modello Meloni”, basato su destagionalizzazione e valorizzazione di borghi, città d’arte e aree interne, anche per contrastare il sovraffollamento turistico.