BUENOS AIRES – Il 4 settembre l’Argentina celebra la Giornata dell’Immigrato, una ricorrenza istituita nel 1949 dal presidente Juan Domingo Perón, per ricordare un decreto del 1812 del Primo Triumvirato, cioè il primo organo esecutivo delle Province Unite del Rio de la Plata (che poi si sarebbero divise tra Argentina e Uruguay), tra il 1811 e il 1812, dopo la Revolución de Mayo del 1810.

Quel decreto invitava “tutti gli uomini del mondo che desiderano abitare il suolo argentino” a stabilirsi nel Paese ed è il preambolo all’attuale Costituzione.

È una giornata che unisce tutte le comunità migranti dell’Argentina. Non solo quelle storiche di italiani e spagnoli, polacchi e tedeschi, siriani e libanesi di diverse religioni, che lasciavano la fame, la guerra o le persecuzioni per una terra “di promesse”, in cui prosperare grazie al lavoro. Ma anche quelle più giovani, provenienti da altri Paesi sudamericani, come Bolivia, Paraguay, Perù, Venezuela e Colombia. E ancora, gli africani, senegalesi in particolare, e gli asiatici.

Oggi il fenomeno migratorio è cambiato. L’Argentina continua ad accogliere, ma la promessa incondizionata di prosperità economica è venuta meno. Molti nuovi immigrati lavorano in condizioni precarie, nel commercio informale o in settori a bassa retribuzione. Trovare una casa in affitto è ogni giorno più difficile, con il rischio di finire a vivere in una villa miseria o altro insediamento irregolare.

La ricorrenza cade in un momento in cui il dibattito sulle politiche migratorie è diventato teso, con molte più restrizioni imposte dal governo, che adduce ragioni di sicurezza e sostenibilità della spesa pubblica.

La comunità italiana continua a essere la più numerosa. A fine 2024 risultavano residenti in Argentina circa 987.000 cittadini italiani iscritti all’Aire, a cui si aggiungono quelli non registrati o coloro che non sono in possesso di cittadinanza pur discendendo da italiani.

Le pagine social delle associazioni ricordano questa giornata. “La società argentina è nutrita dall’immigrazione proveniente da diversi Paesi, regioni ed epoche. Tutti sono stati fondamentali per la formazione della nostra nazione così come la conosciamo oggi”, si legge sulla pagina Facebook dell’Unión Ossolana di Buenos Aires. La Familia Veneta di Rosario invita gli “amici di Facebook” a raccontare la storia della propria famiglia.

Infine la Sociedad Italiana di Berisso pubblica una famosa citazione del drammaturgo italo-argentino Roberto Cossa:

Le braccia partirono, / il cuore rimase, / ma una stella ci chiama dal Sud e un nave di speranze attraversa il mare. / L’America, terra del sogno azzurro/ è un bicchiere di vino, / è un tozzo di pane.