Immaginate di attraversare 3.500 chilometri di deserto su strade sterrate, a bordo di un’auto che non vale più di 1.500 dollari. Aggiungiamo un tema stravagante (Asterix e Obelix, per la precisione), un baretto mobile per fare Spritz ogni sera, e una causa profondamente importante: la raccolta fondi per la ricerca sul cancro.

Questo è Shitbox Rally, un evento folle, divertente e commovente, a cui stanno partecipando due connazionali, Ottavio Bonaccorsi e  Giordano Vacca, due amici uniti da una missione che va oltre il puro spirito d’avventura.

Shitbox Rally non è solo una gara, ma una sfida epica. Ogni anno, centinaia di squadre si mettono al volante di veicoli scassati per percorrere un tragitto di 3.500 km da Bendigo a Townsville, attraverso alcune delle zone più desolate e spettacolari d’Australia. Ma non si tratta di una semplice corsa: l’obiettivo principale è raccogliere fondi per Cancer Council, l’organizzazione benefica leader in Australia per la ricerca e la prevenzione della malattia.

Bonaccorsi e Vacca fanno parte del Gruppo 10, uno dei 36 gruppi composti da un totale di 250 macchine e 500 piloti. Ogni sera, al termine di una tappa, si accampano in villaggi remoti, montano le tende e condividono il tempo con gli altri partecipanti, creando legami e stringendo nuove amicizie.

“Ci accampiamo, dormiamo in tenda e ogni sera si beve uno spritz, noi abbiamo allestito un vero baretto nella nostra macchina per offrire un drink a tutto il gruppo”, racconta ridendo Ottavio.

Ma dietro l’apparente leggerezza e il divertimento, c’è una motivazione profonda che spinge i nostri due eroi desertici. Giordano, originario di Cortoghiana in Sardegna e residente in Australia dal 2012, è un sopravvissuto al cancro infantile.

“Ho avuto il cancro da bambino – spiega –, e come sopravvissuto sento il dovere di restituire qualcosa alla comunità: questo rally è il mio modo di farlo”.

Ottavio, invece, partecipa per onorare la memoria di sua madre, scomparsa 11 anni fa a soli 55 anni. “Per me aiutare la ricerca è personale. Ogni chilometro percorso è un omaggio a lei e a chiunque abbia perso una persona cara a causa di questa malattia”.

Il rally, però, non è privo di imprevisti: “L’altro giorno ci è saltata la cinghia di distribuzione – racconta Ottavio che, durante il nostro incontro parla da una zona particolarmente remota –. Eravamo nel bel mezzo del nulla, ma fortunatamente nel nostro gruppo c’era un meccanico che ha risolto tutto al volo. Quando si dice il tempismo!”.

Ogni gruppo ha un meccanico e un medico a bordo, perché in un’avventura come questa, anche la più piccola emergenza può diventare una grande sfida da fronteggiare.

Le peripezie non finiscono qui. La competizione prevede delle serate a tema e tra le più memorabili c’è stata quella chiamata “ABC- All but Clothes”, dove i partecipanti dovevano vestirsi con qualsiasi cosa tranne che capi d’abbigliamento: “Abbiamo usato le buste dell’IKEA come costumi racconta Ottavio. È stato esilarante”.

Ma c’è anche spazio per momenti di sensibilizzazione, come la “Pink Night”, in cui tutti i partecipanti si vestono di rosa per supportare una compagna di squadra che sta combattendo il cancro al seno.

Finora, Bonaccorsi e Vacca hanno raccolto 6mila dollari per Cancer Council, puntando a raggiungere i 10mila dollari entro la fine del rally: “Stiamo stringendo amicizie incredibili lungo il percorso e ogni giorno ci sentiamo più vicini a questa causa”, sottolinea Giordano.

Ora, il duo è diretto verso Tibuburra, determinato a concludere questa folle avventura, ma non senza lasciare il proprio segno. Con uno spritz in mano e il cuore pieno di speranza, Ottavio e Giordano continuano la loro corsa, dimostrando che anche le imprese più strampalate possono avere un impatto enorme.

È possibile sostenere la loro impresa al seguente sito.