“Twin Peaks è diversa. Lontana dal resto del mondo, l’avrai notato. Ed è proprio per questo che ci piace”. Sono passati trent’anni dal debutto di “Twin Peaks”, serie televisiva ideata da David Lynch e Mark Frost. Il telefilm, ambientato nell’omonima e fittizia cittadina dello Stato di Washington, a pochi chilometri dal confine col Canada, è diventato presto cult ed è ancora oggi considerato una delle serie più influenti della storia. Una mattina la tranquillità di Twin Peaks è sconvolta dal ritrovamento del cadavere della liceale Laura Palmer, avvolto in un telo di plastica. Le indagini sono affidate alla polizia locale affiancata dall’agente speciale dell’Fbi Dale Cooper. Presto emergono non solo l’insospettabile doppia vita della 16enne Laura, ma anche i numerosi segreti e il lato oscuro di un’intera cittadina. La domanda “Chi ha ucciso Laura Palmer?” diventa presto un tormentone negli Usa e poi anche in Italia e nel resto del mondo (Jennifer Lynch, figlia del regista, pubblicherà il bestseller “The Secret Diary of Laura Palmer”). Anche quando l’assassino è svelato, la suspense resta alta, con atmosfere sempre più inquietanti e sovrannaturali. In totale sono state girate 3 stagioni (l’ultima nel 2017, a oltre 25 anni dalle prime due). Ricordiamo alcuni elementi di quello che è stato un fenomeno epocale nella storia della tv.
IL MISTERO
L’intero show è imperniato sulla scomparsa di Laura Palmer, una delle ragazze più popolari di Twin Peaks e ritratto simbolico dell’oscurità e della sofferenza celata dietro l’immagine della tranquilla e serena fanciulla di provincia. Il ritrovamento del suo cadavere non solo è il trigger dell’intera narrazione, ma si rivela essere il classico scoperchiamento del vaso di Pandora, dentro al quale sono nascoste tutte le perversioni e le ipocrisie di Twin Peaks. La morte di Laura scatena una serie di eventi che cambieranno per sempre le vite dei personaggi della serie. E in qualche modo il fantasma di Laura aleggia sempre sulle dinamiche della storia.
LA COLONNA SONORA
Un pettirosso, due ciminiere, una segheria con dei pezzi di legno. Poi la strada provinciale con l’insegna: “Welcome to Twin Peaks”. Una doppia cascata che s’incrocia e un gruppo di anatre in un lago. Ad accompagnare queste immagini la malinconica e suggestiva “Falling”, creata dal maestro Angelo Badalamenti. Ci sono sigle che entrano nell’immaginario tanto quanto la serie stessa e l’intro di “Twin Peaks” è tra queste. Una poesia inarrivabile.
LA VITA DI PROVINCIA
Nel corso della prima stagione l’agente Dale Cooper viene affiancato a Twin Peaks per un breve periodo dal collega Albert Rosenfield, completamente diverso da lui. All’affabilità di quest’ultimo si contrappone la supponenza di Rosenfield. Dopo l’ennesimo scherno del collega alle autorità locali, Lynch mette in bocca a Cooper alcune parole che trasmettono perfettamente la natura di Twin Peaks: “Sono stato qui a Twin Peaks per poco tempo, ma in questo periodo ho visto decoro, ordine e dignità. L’omicidio non è un fatto ordinario qui. La morte di Laura Palmer ha profondamente scosso tutti. Ci sono valori che credevo scomparsi ma mi sbagliavo, li ho ritrovati qui”. In queste parole di Cooper si legge l’immagine quieta e paciosa che trasmette Twin Peaks e la semplicità della sua comunità. Una scelta fondamentale quella di Lynch nell’economia della serie. Proprio l’evento straordinario della morte di Laura ribalterà l’ordine delle cose, rivelando come le crudeltà dell’essere umano alberghino anche nella tranquilla vita di provincia.
IL MIX DI GENERI
Uno dei fattori determinanti nell’ascesa di “Twin Peaks” si è rivelato essere il mix di generi che la serie di Lynch assembla nel corso delle puntate. Fino a quel momento nessuno show televisivo aveva mescolato al suo interno tratti stilistici da soap opera per poi sfociare nel noir, ispirandosi a film e musiche degli anni ‘40 e ‘50, arrivando persino agli scenari spaventosi dell’horror e al fantasy soprannaturale. “Twin Peaks” segna un’innovazione nelle scenografie, nella natura grottesca di alcune sequenze e nelle caratteristiche degli stessi personaggi. Le scelte del casting includono volutamente star degli anni ‘60 e numerosi sono i riferimenti e le citazioni, soprattutto visive, che lo show propone.
COOPER E DIANE
Nonostante Laura sia il fulcro della serie, il protagonista è Cooper, un giovane agente dell’FBI, abituato a registrare ogni minimo dettaglio della sua giornata rivolgendosi sempre a una misteriosa interlocutrice che chiama Diane. Dal buon cuore, risoluto e dotato di una particolare ironia, nonché integerrimo e dedito alla meditazione spirituale, Cooper è l’eroe perfetto con il quale il male di “Twin Peaks” è costretto a fare i conti. Amante del caffè nero bollente e goloso di gelato, torta alle ciliegie e ciambelle, Cooper alterna la serietà che necessita il suo ruolo a uno stupore quasi adolescenziale. L’agente è protagonista di svariate gag che caratterizzano a tratti la serie e che contribuiscono a renderlo uno dei personaggi maggiormente iconici nella storia della tv. La battuta: “Diane, sono le 11.30 del 24 febbraio. Sto entrando nella città di Twin Peaks” è entrata da tempo nell’immaginario popolare.
LA DUALITA’
La prima sequenza di “Twin Peaks” mostra una peculiarità ricorrente nella serie. Il volto della proprietaria della segheria, Josie Packard riflesso allo specchio, svelando una dualità insita nella natura stessa dello show. In realtà anche la sigla invita lo spettatore a non sottovalutare quest’aspetto: la doppia cascata che si unisce, così come le coppie di anatre nel lago. E d’altro canto molti dei personaggi di “Twin Peaks” celano in qualche modo la loro vera identità o le loro reali intenzioni.
KILLER BOB
Solo “Twin Peaks” può alternare sequenze nelle quali dominano primi piani melensi da teleromanzo a scene dove si palesano improvvisamente spaventose entità demoniache. La trama della serie si evolve fino alla scoperta della reale natura di questa entità, denominata Killer Bob. Un’anticipazione la regala lo sceriffo Truman: “C’è una specie di malattia nell’aria. Qualcosa di molto, molto strano tra questi vecchi boschi. Puoi chiamarla come vuoi. Una maledizione. Una presenza. Assume forme diverse”. La malvagità di Bob si cela dietro alcuni degli eventi più tragici della serie.
CAFFE’ E CIAMBELLE
“Twin Peaks” è cosparsa di numerosi dettagli bizzarri, ma uno dei più iconici è la presenza di sfilze di ciambelle, anche in occasioni insolite e del tutto fuori luogo se relazionate al contesto e al climax di determinate sequenze. La serie mostra varie volte la sala degli interrogatori con il tavolo pieno di dolciumi e non dalle solite scartoffie da stazione di polizia. Inoltre i personaggi fanno tappa fissa alla tavola calda RR Diner di Norma Jennings, alla quale Cooper si affeziona particolarmente, ordinando spesso una o più fette di torta con il gelato. Ricorrenti sono inoltre le citazioni dell’agente che riguardano il consumo di caffeina e in generale il suo morboso attaccamento al caffè. Perché non si può iniziare la giornata “senza una dannata tazza di buon caffè”.
TRA SOGNO E REALTA’
“Twin Peaks” offre un campionario di personaggi grotteschi e strambi, con un’estetica stravagante connessa a delle nevrosi o delle angosce che alle volte si manifestano nelle loro menti in maniera ambigua, fra sogno e realtà. In particolare, tra i più rappresentativi, ritroviamo volti iconici come il Nano della Loggia Nera che accoglie per la prima volta Cooper insieme a Laura, il Gigante che appare nella stanza dell’hotel e parla per enigmi oltre a Mike, l’ex socio di Bob ora redento e senza un braccio. Uno dei personaggi maggiormente riconoscibili è la Signora del Ceppo, una singolare vedova che vive vicino ai boschi e porta sempre con sé un ceppo di legno, al quale dimostra di essere molto legata, attribuendogli un alone mistico.
LA LOGGIA NERA
Il luogo misterioso per eccellenza di “Twin Peaks”, dove il rapporto causa-effetto si annulla e il tempo scorre in maniera differente rispetto al mondo reale. Ambiente inquietante, suggestivo ma per certi versi inspiegabile al genere umano, la Loggia Nera, che si propone come una sorta di limbo tra la vita e la morte, comprende la Red Room, dall’aspetto di una sala d’attesa. Qui Cooper si ritrova per la prima volta in un sogno nel quale fa la conoscenza del Nano e di una donna bellissima e identica a Laura. La Loggia Nera si profila come il nucleo enigmatico, oscuro e occulto per gli spettatori e viene spesso associata a tradizioni mitologiche popolari. Anche in questo caso la dualità si cela dietro al significato della Loggia Nera, nella quale vi si ritroverebbe il cuore del male, che si dice abbia divorato la sua controparte bianca. Simbolo per eccellenza dell’indecifrabilità della mente, la Loggia Nera è spesso accompagnata a una frase che l’ha resa celebre: “Nell’oscurità di un futuro passato il mago desidera vedere. Un uomo canta una canzone tra questo mondo e l’altro. Fuoco cammina con me”.