ROMA - Dopo l’ennesimo rimprovero della madre, il ventunenne Filippo Manni è salito al primo piano della casa di famiglia, ha preso un’ascia decorativa da boy scout appesa al muro, è sceso e ha colpito ripetutamente la donna, che lavorava in smart working. Con la stessa ascia ha poi colpito anche il computer della madre.
Il giovane, studente universitario della Sapienza di Roma, ha ammesso il delitto in un interrogatorio durato quasi un’ora e mezza davanti alla pm Simona Rizzo, che ha disposto il fermo, durante il quale è apparso freddo e distaccato.
“A un certo punto ho perso il controllo. Sono salito di sopra, ho preso l’ascia e l’ho uccisa. Avevo già avuto questi pensieri, li avevo espressi anche scherzando, ma stavolta è successo davvero”, ha raccontato.
Dopo il delitto, è uscito di casa per andare “o al cimitero dalla nonna, oppure a fare un bagno al mare”, ma è stato fermato dai carabinieri lungo la strada per Torre Suda, a torso nudo e in evidente stato confusionale.
Non risultano precedenti contrasti particolarmente gravi tra il giovane e la madre, separata e madre di tre figli, anche se negli ultimi tempi erano emersi dissapori legati agli studi in Economia, un incidente stradale in cui aveva danneggiato l’auto di famiglia e i consueti litigi per il disordine, i mancati saluti e gli orari di rientro.