CHIETI - Nove mesi fa davanti al gip, dopo essere stato appena estradato dall’Inghilterra dove era fuggito, aveva fatto scena muta. Ora, a oltre 14 mesi di distanza dal delitto, Michael Dennis Whitbread ha deciso di confessare. E lo ha fatto di fronte alle tre figlie della convivente uccisa, nel corso del processo davanti alla Corte d’Assise di Lanciano (Chieti). 

Whitbread, inglese di 75 anni, è imputato per il femminicidio di Michele Faiers, 66 anni, accoltellata a morte il 29 ottobre 2023 nel casolare di contrada Verratti di Casoli (Chiesti), dove la coppia viveva. 

L’uomo – accusato di omicidio volontario aggravato dal rapporto di convivenza – ha sostenuto di essere stato oggetto di vessazioni verbali e fisiche da parte della convivente, a causa di un episodio accaduto la notte di Capodanno del 2022, in seguito al quale la donna era diventata ossessivamente gelosa, pensando di essere stata tradita. 

“Avrei voluto non farlo e chiedo scusa”, ha spiegato alla Corte. 

La notte del delitto, secondo il racconto fatto in aula, Whitbread avrebbe preso un coltello dalla cucina per consegnarlo alla compagna, in camera da letto, chiedendole di ucciderlo. Poi, però, è stato lui a usarlo per nove volte, ponendo fine alla vita della donna. 

Il cadavere fu scoperto solo il primo novembre, quando l’imputato era già fuggito in auto in Inghilterr,a dove venne poi arrestato in casa della figlia Chloe, a Shepshed, nel Devon. Dopodiché, è stato estradato in Italia, nello scorso mese di marzo. 

In udienza è intervenuto anche il consulente di parte, lo psichiatra forense Raffaele De Leonardis, secondo il quale l’imputato è affetto da disturbo ciclotimico, cioè da sbalzi d’umore accentuati dalla depressione e dall’eccessivo consumo di alcolici.  

Lo stesso psichiatra aveva stabilito che l’uomo aveva un vizio parziale di mente al momento del fatto, con capacità di intendere e di volere grandemente scemata. Secondo il perito, l’uomo - che aveva tentato il suicidio nel marzo del 2023 - non è pericoloso socialmente. 

Il racconto dell’uomo non ha convinto le parti civili, le tre figlie della donna uccisa, alle quali Whitbread ha scritto una lettera di scuse.