ROMA – Sostegno all’Ucraina, unità del fronte europeo e coordinamento con gli Stati Uniti, ma nessun invio di soldati italiani sul terreno. Sono i punti centrali delle comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Camera in vista del prossimo Consiglio europeo, nel corso di un dibattito che ha messo in evidenza linee politiche contrapposte sul dossier Ucraina.
La premier ha richiamato il vertice di Berlino con Volodymyr Zelensky, i leader europei e i negoziatori americani, parlando di “un clima costruttivo e unitario che vale la pena di sottolineare”.
La dichiarazione finale, ha spiegato, riprende “tutte le priorità che l’Italia ha sostenuto in questi mesi difficili”, ribadite anche al presidente ucraino durante la sua visita a Roma. Tra i fattori fondamentali emersi dal summit, in particolare, Meloni ha indicato “lo stretto legame tra Europa e Stati Uniti”, precisando che non sono competitor ma condividono lo stesso obiettivo, pur partendo da angoli di visuale diversi.
Secondo la presidente del Consiglio, quindi, è essenziale mantenere la pressione sulla Russia che “si è impantanata in una durissima guerra di posizione a costo di enormi sacrifici”. Una difficoltà che, a suo avviso, rappresenta “l’unica cosa che può costringere Mosca a un accordo”.
In questo quadro, il Consiglio Ue è chiamato ad assicurare la continuità del sostegno finanziario a Kiev, individuando “la soluzione più sostenibile per i Paesi membri nel breve e nel lungo periodo”, anche sul delicato tema dell’eventuale utilizzo degli asset russi congelati, una strada che “sarà tutt’altro che semplice”.
Sulle garanzie di sicurezza, Meloni ha citato l’ipotesi di una forza multinazionale a guida dei Paesi “volenterosi”, ma ha chiarito che “l’Italia non intende inviare soldati in Ucraina”.
La questione dei territori resta “lo scoglio più difficile da superare per la trattativa”, e la premier ha invitato a riconoscere la buona fede di Zelensky, ricordando che il presidente ucraino è arrivato a proporre un referendum, ipotesi respinta dalla Russia, e ribadendo che “ogni decisione dovrà essere presa tra le parti e nessuno può imporre da fuori la sua volontà”.
Nel suo intervento Meloni ha toccato anche altri dossier europei e interni, confermando l’impegno a mantenere la pressione economica su Mosca, sottolineando che qualsiasi strumento di sostegno a Kiev deve “sempre rispettare i nostri valori e le regole dello stato di diritto”.
Il dibattito sulla posizione dell’Italia sul conflitto russo-ucraino si è tradotto anche in un confronto tra risoluzioni di segno opposto presentate dall’opposizione. Quella del Partito democratico conferma il pieno sostegno a Kiev, anche attraverso un utilizzo legalmente fondato dei beni russi congelati, e invita a scegliere senza ambiguità l’interesse europeo di fronte alle sfide globali.
Di segno contrario la risoluzione del Movimento 5 stelle, che chiede lo stop all’invio di nuove armi, il no alla confisca definitiva degli asset russi e, una volta raggiunta la pace, una rivalutazione dell’acquisto di gas da Mosca, oltre alla richiesta di eliminare il segreto militare sulle forniture.