KIEV - Mentre la diplomazia lavora intensamente per giungere a un accordo di pace, gli scontri tra Kiev e Mosca non si fermano, registrando un’escalation su obiettivi energetici e infrastrutturali chiave.
L’Ucraina ha rivendicato un attacco senza precedenti contro una piattaforma petrolifera russa nel Mar Caspio. Secondo una fonte del Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) citata dal Kyiv Independent, droni a lungo raggio hanno colpito la piattaforma Vladimir Filanovsky, interrompendo la produzione di petrolio e gas da oltre 20 pozzi.
“Sono stati registrati almeno quattro impatti sulla piattaforma offshore. A seguito dell’attacco, la produzione di petrolio e gas da oltre 20 pozzi da essa serviti si è interrotta”, ha affermato la fonte Sbu. “Le esplosioni nel Mar Caspio sono un altro promemoria per la Federazione Russa che tutte le sue imprese che lavorano per la guerra sono obiettivi legittimi”.
Il ministero della Difesa russo non ha commentato il presunto attacco all’impianto nel Caspio.
Contemporaneamente, Pravda Ucraina ha riferito di un attacco nel Mar Nero da parte di droni navali ucraini contro la petroliera Dashan, che farebbe parte della “flotta ombra” russa.
L’imbarcazione, battente bandiera delle Comore, stava viaggiando a massima velocità con il transponder spento nella zona economica esclusiva dell’Ucraina, in direzione del terminal portuale di Novorossijsk. A seguito dell’attacco, che ha causato potenti esplosioni nella zona di poppa, la nave ha subito danni importanti e risulterebbe fuori servizio.
Mosca, dal canto suo, ha denunciato un attacco di massa con droni sul proprio territorio. Il ministero della Difesa russo ha reso noto di aver abbattuto un numero record di 287 droni ucraini durante la notte in diverse regioni russe. Quaranta di questi velivoli senza pilota erano diretti verso la regione di Mosca, di cui 32 abbattuti mentre erano in volo verso la capitale.
Tutti e quattro gli aeroporti della capitale russa sono stati temporaneamente chiusi, ha riferito Rosaviatsia, l’autorità russa per l’aviazione civile, e i voli sono stati dirottati sull’aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo.
L’attacco ha interessato diverse aree russe, con 118 Uav abbattuti nella regione di Bryansk, 40 nella regione di Kaluga e 40 nella regione di Mosca, oltre a numerosi abbattimenti nelle regioni di Tula, Novgorod, Yaroslavl, Lipetsk, Smolensk, Kursk, Oryol, Voronezh e Ryazan.
Anche l’Ucraina è stata colpita da missili e droni russi. Nella notte, la città di Kremenchuk, nella regione di Poltava, è stata bersaglio di un intenso raid. Il governatore dell’Oblast di Poltava, Volodymyr Kohut, ha riferito che gli impianti energetici locali sono tornati a essere l’obiettivo principale, a meno di una settimana da un massiccio attacco combinato avvenuto il 7 dicembre.
“Un numero significativo di droni è stato abbattuto, ma la caduta di detriti e i colpi diretti sugli impianti hanno causato incendi”, ha affermato Kohut, confermando che non sono state segnalate vittime. Sul fronte terrestre, il Ministero della Difesa di Mosca ha dichiarato che le forze armate russe hanno conquistato il villaggio di Lyman nell’oblast di Kharkiv, nell’Ucraina orientale.
In questo scenario di escalation militare, la diplomazia continua a muoversi in direzioni contrastanti, con Kiev che aggiorna il suo piano di pace e i leader occidentali che affrontano le richieste di concessioni territoriali.
Secondo l’agenzia Afp, che cita due fonti ucraine, Kiev avrebbe consegnato a Washington la sua ultima versione del piano per porre fine alla guerra con la Russia, sebbene non siano stati forniti dettagli sul contenuto.
A gettare luce su un punto cruciale dei negoziati è stato oggi il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha rivelato che proposte sulle concessioni territoriali sono state inviate al presindente Usa. “C’è una proposta di cui Trump non era a conoscenza quando abbiamo parlato al telefono perché non era stata ancora trasmessa agli Usa,” ha detto Merz, riferendosi al colloquio telefonico che ha avuto ieri con Trump, insieme al presidente francese Emmanuel Macron e al primo ministro britannico Keir Starmer.
“Lo abbiamo fatto nel tardo pomeriggio di ieri, la domanda principale è quali concessioni territoriali l’Ucraina è disposta a fare,” ha aggiunto Merz in conferenza stampa a Berlino, sottolineando che spetta “al presidente ucraino e al popolo ucraino” rispondere a questa domanda.
Parallelamente, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha annunciato che la Russia ha presentato ulteriori proposte agli Stati Uniti in merito alle garanzie di sicurezza, sottolineando che gli attuali negoziati russo-statunitensi mirano a una “soluzione a lungo termine in Ucraina”.
Dall’altra parte, il tycoon Donald Trump continua a esercitare pressioni. Merz ha definito la conversazione telefonica come “molto costruttiva” e di “rispetto reciproco”, pur ammettendo che Trump ha usato “parole piuttosto forti” con i leader europei.