MOSCA – “Un’amministrazione transitoria” per l’Ucraina, con la supervisione dell’Onu. È la proposta avanzata dal presidente russo Vladimir Putin al fine di organizzare un’elezione presidenziale “democratica” nel Paese e negoziare un accordo di pace con le nuove autorità.
“Potremmo naturalmente discutere con gli Stati Uniti, anche con i Paesi europei, e naturalmente con i nostri partner e amici, sotto l’egida dell’Onu, la possibilità di istituire un’amministrazione di transizione in Ucraina”, ha dichiarato Putin durante una visita nella città di Murmansk dove ha presenziato al varo del nuovo sottomarino nucleare ‘Perm’.
Sul perché di una proposta del genere, ha risposto: “Per organizzare elezioni presidenziali democratiche che porterebbero all’arrivo al potere di un governo competente. Potremmo poi iniziare negoziati con queste autorità su un accordo di pace e firmare documenti legittimi”.
Il leader russo ha aggiunto che l’idea di un’amministrazione transitoria “è già stata utilizzata diverse volte” nel quadro delle Nazioni Unite, ricordando in particolare il caso di Timor Est nel 1999.
Putin ha poi aggiunto come “su tutta la linea del fronte”, le forze russe detengano “l’iniziativa strategica”. “Ci sono ragioni per credere che li finiremo”, ha aggiunto sottolineando che “il popolo ucraino stesso debba capire cosa stia succedendo”. Mosca sta inoltre sviluppando una cooperazione militare e tecnico-militare con la Corea del Nord: “Abbiamo firmato un trattato [con Pyongyang]. L’articolo 4 dice molto su cosa dovremmo fare e come farlo per sostenerci a vicenda. Il lavoro è in corso”, ha continuato.
Durante un incontro con l’equipaggio del sottomarino lanciamissili Arkhangelsk, il presidente Putin ha affermato che la “Russia non è stata l’iniziatrice dello scoppio delle ostilità”. “Da otto anni Mosca cerca di risolvere la situazione nel sud-est con mezzi pacifici Ucraina. Le ostilità sono iniziate nel 2014 dopo il colpo di Stato in Ucraina, sostenuto dall’Occidente”. Il capo del Cremlino ha poi continuato affermando che “per otto anni, la popolazione del Donbass è stata sottoposta a un genocidio, ma i curatori occidentali del regime di Kiev hanno preferito non accorgersene. Questa situazione ha costretto la Russia a fare un tentativo di porre fine alla guerra iniziata nel 2014 con mezzi armati”, ha dichiarato aggiungendo che “anche dopo l’inizio del NWO (Nuovo Ordine Mondiale), Mosca si è comunque offerta di risolvere tutte le questioni in modo pacifico”.
Il presidente russo ha poi fatto riferimento ai negoziati che si sono svolti a Istanbul, ricordando di “aver raggiunto accordi con l’Ucraina” anche su questioni che spesso vengono interpretate come impossibili, come la denazificazione e la smilitarizzazione.
Per Putin, la Russia sarebbe “pronta a lavorare con l’Europa sull’Ucraina”: “Ma l’Ue si comporta in modo incoerente e cerca di prendere Mosca per il naso”, ha dichiarato menzionando tra i sostenitori europei dell’Ucraina anche “l’ex primo ministro britannico Boris Johnson che convinse Kiev a continuare la guerra fino all’ultimo ucraino”.
Intanto, i dati dell’intelligence ucraina indicano che la Russia si stia preparando a nuovi attacchi nelle regioni di Sumy, Kharkiv e Zaporizhia. È quanto affermato dallo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante l’incontro dei leader europei a Parigi. “Stanno trascinando i negoziati e gli Stati Uniti in infinite discussioni senza senso per guadagnare tempo e conquistare più territorio”, ha detto.
La replica occidentale è stata compatta, compresi gli Stati Uniti di Donald Trump finora più aperti alle istanze russe nella guerra: il governo di Kiev è scelto dalla sua costituzione e dai suoi cittadini, ha ricordato la Casa Bianca, dando forza al coro di sdegno sollevato da tutto l’Occidente e dall’Onu.