MOSCA - Il Presidente russo Vladimir Putin, durante la sua visita ufficiale in India, ha sollevato il velo sui negoziati in corso per la fine della guerra in Ucraina, definendoli “un’impresa difficile”. 

Durante l’incontro con il primo ministro indiano Narendra Modi e in una successiva intervista a India Today, Putin ha confermato che sono in corso discussioni con “alcuni partner, tra cui gli Stati Uniti, per una possibile dichiarazione pacifica”. Ma ha anche ammesso che i negoziati “con gli Stati Uniti sull’Ucraina sono complessi”, Putin, li ha definiti “una missione ardua che il presidente Trump si è prefissato”. 

Il leader del Cremlino ha lodato l’iniziativa, dicendo che è necessario “impegnarsi in questo sforzo piuttosto che ostacolarlo”, e ha ipotizzato che un incontro con Donald Trump “potrebbe certamente accadere nel prossimo futuro”. 

Il primo ministro indiano Modi, dal canto suo, ha dichiarato che “l’India non è neutrale ma dalla parte della pace” e sostiene una soluzione pacifica del conflitto. 

Putin ha utilizzato l’occasione per attaccare duramente la leadership ucraina, criticando le sue decisioni sulla Nato e il cambio di rotta rispetto alle promesse di pace iniziali: “L’Ucraina ritiene che l’adesione alla Nato sia vantaggiosa per lei, noi diciamo che questo minaccia la nostra sicurezza”. 

Pur senza nominarlo, Putin ha sostenuto che l’attuale leader ucraino (Zelensky) “segue lo stesso schema dei suoi predecessori, anteponendo gli interessi di un ristretto gruppo nazionalista... a quelli del popolo”. E ha ribadito l’accusa che la leadership ucraina “assomiglia davvero a un regime neonazista”, aggiungendo che “per loro sarebbe meglio che si rendessero conto che il modo migliore per risolvere i problemi è attraverso negoziati pacifici”. 

Riguardo alla Crimea, Putin ha ribadito che la Russia “non ha annesso la Crimea”, ma è “semplicemente andata in aiuto di persone che non volevano vedere le loro vite e il loro futuro lasciati alla mercé di coloro che hanno orchestrato il colpo di Stato in Ucraina” nel 2014. Ha insistito che la Russia è intervenuta per sostenere la popolazione in un momento di “minaccia reale”. 

Dall’Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky ha risposto alle dichiarazioni del leader russo sottolineando che Kiev “è preparata a qualsiasi possibile sviluppo” e che i rappresentanti ucraini proseguiranno i colloqui negli Stati Uniti con il team di Trump. 

Lo scopo è di “ottenere informazioni complete su quanto detto a Mosca” e sui “pretesti escogitati da Putin per prolungare la guerra e fare pressione sull’Ucraina”. Zelensky ha ribadito che solo “una pace dignitosa garantisce vera sicurezza” e ciò richiede il continuo sostegno dei partner. 

In Europa, il Presidente francese Emmanuel Macron è tornato a insistere sull’unità occidentale, smorzando i timori emersi su un possibile “tradimento” statunitense. “Non bisogna cedere ad alcuno spirito di divisione tra Europa e Stati Uniti,” ha detto Macron, definendo l’unità tra Usa e Ue “indispensabile”.  

Il presidente francese, inoltre, ha esortato a intensificare la pressione: “Dobbiamo mantenere lo sforzo bellico... e accrescere in particolare le pressioni sull’economia russa”, è quanto ha dichiarato al termine della sua visita di stato in Cina.