ROMA - Non cambia la linea italiana dell’utilizzo delle nostre armi all’interno del territorio ucraino, e quindi non per colpire obiettivi militari in territorio russo. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, rispondendo ai giornalisti al suo arrivo al Consiglio Esteri dell’Ue a Bruxelles.
“La nostra posizione è molto chiara: noi siamo dalla parte dell’Ucraina e continueremo a sostenerla”, ha spiegato Tajani, aggiungendo che “questo non vuol dire che non si debba lavorare per la pace, lo abbiamo sempre detto. Siamo favorevoli a una conferenza di pace come quella che c’è stata in Svizzera, però con la presenza dei russi, dei cinesi, degli indiani, dei brasiliani”.
Il vicepremier si augura anche la presenza della Cina, che potrebbe “svolgere un ruolo positivo per far comprendere alla Russia che non bisogna continuare con questa guerra insensata”, anche se avverte che “la presenza di militari nordcoreani non è un bel segnale. Ecco perché bisogna impedire che ci sia una escalation”.
Riguardo alla recente telefonata del cancelliere tedesco Olaf Scholz al presidente russo Vladimir Putin, Tajani ha osservato che “tutti quanti dobbiamo lavorare per la pace, ma la telefonata non mi pare che abbia ottenuto grandi effetti. Però credo che sia anche giusto che si faccia una scelta unitaria e coesa da parte di tutti i paesi della Nato, da parte di tutti gli interlocutori”.
Il vicepremier ha quindi ribadito l’amicizia e la vicinanza con l’Ucraina, aggiungendo però che “bisogna trovare una soluzione, perché centinaia di migliaia di morti sono per l’umanità un fardello gravissimo”.