KIEV - Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che prenderà in considerazione la possibilità di fornire a Kiev una maggiore quantità di missili Patriot, di cui l’Ucraina ha bisogno per difendersi dagli attacchi russi, aggiungendo che il presidente russo Vladimir Putin “deve davvero porre fine a quella guerra”. 

Le dichiarazioni di Trump sono state fatte dopo l’incontro di 50 minuti con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, tenutosi a margine del vertice Nato all’Aja. Entrambi i leader lo hanno descritto come un passo positivo in un conflitto che il presidente Usa ha definito “più difficile di altre guerre”. Trump ha dichiarato in una conferenza stampa che i Patriots sono “molto difficili da ottenere”, ma che “vedremo se possiamo renderne disponibili alcuni”. 

Il presidente degli Stati Uniti ha anche lasciato aperta la possibilità di fornire maggiori aiuti militari a Kiev. Alla domanda se Washington avrebbe contribuito con maggiori finanziamenti alla difesa dell’Ucraina quest’anno, Trump ha risposto: “Per quanto riguarda i fondi, vedremo cosa succederà”. Zelensky ha affermato prima dell’incontro che l’Ucraina è disposta ad acquistare altri Patriot se gli Stati Uniti fossero stati disposti a fornirli. Ha definito i colloqui a porte chiuse con Trump “lunghi e sostanziali”, mentre il presidente degli Stati Uniti ha affermato che l’incontro “non avrebbe potuto essere più piacevole”. 

Da Mosca, il ministro della Difesa russo Andrei Belousov, ripreso dall’agenzia di stampa Interfax, ha affermati che “i tentativi di prolungare le azioni militari, fornendo armi e mercenari all’Ucraina, aumentano il rischio di destabilizzazione. Anche in Europa”. 

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, a bordo dell’aereo che lo riportava in Turchia di ritorno dal vertice Nato, ha riferito che Trump si è detto disponibile a recarsi in Turchia per negoziati sul conflitto ucraino, a condizione che anche Vladimir Putin vi partecipi. “Trump ha detto: ‘Se il presidente russo Vladimir Putin verrà a Istanbul o ad Ankara per una soluzione, allora verrò anch’io’”, ha riferito Erdogan, citato dai media turchi. Il leader turco ha aggiunto: “Faremo tutti i contatti necessari e, con l’aiuto di Dio, organizzeremo questo incontro il prima possibile”. Erdogan ha inoltre ribadito la volontà di Ankara di compiere nuovi passi per favorire una soluzione al conflitto in Ucraina. 

Sul fronte della cronaca le forze armate di Kiev sono riuscite a “fermare completamente l’avanzata russa a Sumy”, nell’Ucraina nordorientale al confine con la Russia, e a “stabilizzare la linea del fronte”. Ma ora è necessario accelerare la costruzione di fortificazioni in difesa della regione. Lo ha dichiarato il capo dell’esercito ucraino Oleksandre Syrsky su X, dicendo che si tratta di “compiti che ovviamente devono essere svolti, ma la loro esecuzione deve essere notevolmente accelerata”. 

Syrsky ha parlato dei “risultati di maggio-giugno” affermando che “i tentativi di ‘offensiva estiva’ di quest’anno da parte del nemico dal territorio della Federazione Russa è stata soffocata allo stesso modo del tentativo di offensiva nemica dell’anno scorso nella regione di Kharkiv”. 

I servizi segreti sudcoreani, intanto, ritengono probabile che la Corea del Nord dispieghi truppe aggiuntive in Russia il mese prossimo o ad agosto per supportare l’invasione russa dell’Ucraina. Mosca aveva annunciato che Pyongyang invierà migliaia di lavoratori nel Paese per realizzare opere di sminamento e ricostruzione nella regione di Kursk, al confine con l’Ucraina. 

La notizia dei militari è contenuta in un rapporto del Servizio di Intelligence Nazionale sudcoreano (NIS) presentato durante una riunione a porte chiuse con la Commissione Parlamentare per l’Intelligence. A riferirne sono stati due dei parlamentari presenti, secondo i quali Pyongyang ha già avviato il processo di reclutamento per questo futuro dispiegamento. 

Secondo la stessa fonte, inoltre, la Corea del Nord ha consegnato a Mosca oltre dieci milioni di proiettili di artiglieria, missili e armi a lungo raggio in cambio di cooperazione economica e supporto tecnico da parte delle autorità russe. Il presidente del Consiglio di sicurezza russo, Sergei Shoigu, ha dichiarato il 17 giugno, dopo un incontro con il leader nordcoreano Kim Jong Un, che i due paesi avevano concordato per l’invio di mille esperti di sminamento, oltre ad altri 5mila lavoratori, per “ripristinare le strutture e le infrastrutture distrutte” a Kursk, dopo che Mosca aveva annunciato ad aprile di aver completato la riconquista del territorio a seguito dell’incursione lanciata dalle forze ucraine nell’agosto 2024.