Umberto Tozzi si appresta a dare l’addio ai live. L’artista lancia dall’Olympia di Parigi, la sala concerto più antica della capitale francese, il suo “Notte rosa-The final tour” che attraverserà tre continenti fra il 2024 e il 2025. Il tour parte il prossimo 17 maggio da Malta e prosegue per il resto d’Europa, toccando nel 2025 anche Canada, USA, Australia. Al pubblico italiano sono dedicate due date in ambienti suggestivi come il teatro delle Terme di Caracalla il 20 giugno e piazza San Marco a Venezia il 7 luglio. Seguiranno poi altre sei date nel 2024 e poi oltre 30 spettacoli in diverse location fra Europa, America e Oceania.

Tozzi, figlio ultimogenito di Nicola Tozzi, agente di polizia originario di Vico del Gargano (in provincia di Foggia), e di Immacolata, casalinga, originaria di Montesarchio (Benevento), entrambi emigrati a Torino nel 1945 da Rodi Garganico, fratello di Franco, anche lui cantante negli anni Sessanta, cresciuto nella zona torinese di via Fréjus/Corso Peschiera, tra Borgo San Paolo e il quartiere Cenisia, cominciò a suonare la chitarra a 13-14 anni, nella sala prove dell’oratorio della chiesa di Gesù Adolescente, ma le vere prime esperienze musicali cominciarono l’anno dopo, nel 1967, come chitarrista della band del fratello maggiore Franco. Nel 1974 scrisse, insieme a Damiano Dattoli, la canzone “Un corpo e un’anima”, interpretata da Wess e Dori Ghezzi e vincitrice di Canzonissima. Il debutto da solista avvenne nel 1976, con l’album “Donna amante mia”. Il disco comprendeva nove canzoni, tra cui il brano “Io camminerò”, che Tozzi aveva scritto qualche mese prima per Fausto Leali.

Ma per Tozzi, il vero successo arrivò nel 1977, quando incise “Ti amo”, brano che vinse il Festivalbar. Molti critici di musica erano pronti a scommettere che il successo di Tozzi fosse solo un fuoco di paglia. Invece, nel 1978, uscì “Tu”, terzo album del cantautore torinese. Nell’album oltre al brano che dà il titolo all’album, grande successo a 45 giri, anche “Perdendo Anna” e “Zingaro”, canzoni che ottengono un ottimo riscontro di vendite. Dopo il successo planetario di “Gloria” del 1979, gli anni Ottanta si aprirono col brano “Stella stai”, singolo estivo molto orecchiabile. Il 1981 fu l’anno di “Notte rosa”, due anni dopo del 45 giri “Nell’aria c’è”, mentre nel 1987 cominciò a scrivere, a sei mani, insieme a Bigazzi e Raf, il brano “Si può dare di più”, che presentò al Festival di Sanremo 1987, cantato insieme a Gianni Morandi ed Enrico Ruggeri, conquistando il primo posto.

Cantautore e chitarrista, 50 anni di carriera, oltre 2.000 concerti, con 80 milioni di copie è uno degli artisti italiani che ha venduto di più. La sua “Gloria” ha venduto 29 milioni di copie ed è divenuta un successo internazionale con l’interpretazione di Laura Branigan. La canzone nel 1982 si posizionò al numero 1 della classifica americana e rimase nella Billboard Hot per 36 settimane. La sua “Ti amo” rimase in vetta alle classifiche per più di 7 mesi. E il 22 marzo esce una nuova versione speciale e inedita di “Donna amante mia”, con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro.

“Ho passato momenti difficili - ha spiegato Tozzi - ho pensato di non poter più salire sul palco. Ma ora ho superato questo periodo e sono tornato. E per questo, ho pensato di realizzare un sogno che ho sempre avuto, quello di fare dei concerti con una grande orchestra. La mia musica è piuttosto sinfonica e si arricchisce così nei live. Dopo otto/nove anni realizzo una serie di canzoni inedite che usciranno in autunno. Durante il tour suonerò almeno quattro brani nuovi. Sarà un tour mondiale, per ora tocca tre continenti, ma mi auguro possano diventare quattro o cinque. Non abbiamo una data di scadenza, infatti partiamo con 30 concerti. Mi auguro che si prolungherà e che sia molto lungo e importante, mi auguro mi accadano cose importanti anche a livello di impegno mentale”. 

Tozzi ha sottolineato di essere praticamente in tour “da cinquant’anni”. “Prima di iniziare questo finale, sto facendo ancora i concerti di ‘Gloria Forever’. La verità è che poi, subentra anche un certo tipo di stanchezza, è umano. Ed è ovvio che possa accadere - ha aggiunto - . Per questo ultimo tour parto da un posto meraviglioso e iconico come le Terme di Caracalla, per il primo concerto in Italia, e poi vado ovunque. Tutto questo è faticoso, salire sul palco è una grande gioia. Penso tanto a come sarà l’ultimo concerto. So di essere stato un privilegiato, la mia carriera è stata lunga e la mia musica si è allargata anche a generazioni che non avrei mai immaginato di avere fra il pubblico. Immaginare che tutto questo finisca lo so, fa effetto ma c’è un momento per tutto. Ho energia per incontrare il pubblico che mi ha seguito sino ad ora ed è una grande gioia. Sicuramente alla fine mi scatterà la lacrima”.