CERRETO DI SPOLETO (Perugia) - Sono solo in due ad abitare a Nortosce, minuscolo borgo della Valnerina umbra, ma alla mascherina anti COVID-19 non rinunciano. Lassù, in mezzo alle montagne, a 867 metri di quota e solitudine, il virus in verità non fa paura ai due residenti fissi: “Ma noi la mascherina la mettiamo sempre quando ci incontriamo e restiamo a un metro di distanza”, racconta Giovanni Carilli, uno degli uomini, appunto, di questa frazione sperduta di Cerreto di Spoleto. 

“Personalmente - spiega Giovanni - mi sento tranquillo vivendo qui, mi sento protetto dalla natura. Ma guai a non stare attenti al coronavirus e quindi è bene indossare la mascherina ogni volta che si è vicini alle persone. Esattamente come sto facendo ogni volta che inconto il mio paesano. Come potete vedere - aggiunge - anche se sto in mezzo alla vigna, la porto sempre in tasca pronta all’occorrenza”. Parole che sembrano uno spot all’ultimo dpcm governativo in cui è chiesto di indossare il dispositivo di protezione anche all’aria aperta.

“Stando a Nortosce - aggiunge Giovanni, 82 anni e una vita vissuta a Roma, prima di ritornare in regione nove anni fa - qualcuno potrebbe pensare che potrei farne a meno, invece no, soprattutto quando arrivano in paese persone da fuori zona. Le precauzioni non sono mai troppe”. Racconta, inoltre che quando insieme a Giampiero, l’altro abitante, decidono di cenare insieme, si siedono nei rispettivi capotavola: “Così rispettiamo il distanziamento”. 

Posto di guardia montano di poggio annesso al castello di Rocchetta (altra frazione del comune di Cerreto di Spoleto), costruito nel sec. XIII, su un costone a picco sulla Valle del Corno, attorno alla chiesa parrocchiale, al suo sagrato antistante e, al corpo di guardia, la Nortosce attuale è stata ricostruita poco più in alto rispetto all’originaria.