Domenica scorsa, il cast e la troupe di “Gino & Juliet” si sono ritrovati presso l’AFTRS (Australian Film, Television and Radio School) per la prima proiezione esclusiva del cortometraggio diretto da Ross Giannone e scritto da Christine Firkin. Il film esplora le dinamiche dell’amore in età avanzata e l’incontro di due culture, raccontando una storia che attinge alle esperienze personali del regista e della sua famiglia.
“Ho voluto realizzare una storia che non solo parlasse d’amore, ma anche dell’incontro e della fusione tra due culture, quella italiana e quella australiana”, ha detto Giannone, la cui passione per il cinema e la cultura italiana lo ha portato a creare un film che è, in parte, un omaggio alla vita del padre. “Mio padre è arrivato in Australia dalla Sicilia a 17 anni con una sola valigia e senza conoscere la lingua. Questo film è dedicato a lui e a tutti coloro che, come lui, hanno dovuto affrontare l’ignoto per costruirsi un futuro” racconta Giannone.
Il cortometraggio, della durata di 22 minuti, è una commedia romantica che trae ispirazione dall’opera “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare, ma con un’interessante reinterpretazione moderna. Gino, un vedovo italiano che vive in Australia da decenni, e Juliet, una donna di quasi 70 anni che ha affrontato il divorzio da oltre venti, s’incontrano in modo casuale dopo che i loro tentativi di trovare compagnia tramite incontri online non hanno avuto successo. La loro storia d’amore viene messa alla prova non solo dalle difficoltà tipiche delle relazioni, ma anche dalle resistenze delle rispettive famiglie, che li considerano “troppo vecchi” per innamorarsi. “La storia di Gino e Juliet invita a esplorare cosa significa amare e riscoprire se stessi in un’età in cui la società non si aspetta più che si cerchi il romanticismo - ha spiegato Giannone -. Volevamo mostrare che l’amore può sbocciare a qualsiasi età, e che le barriere culturali possono essere superate. È un messaggio di speranza e di riscoperta”.
Un altro aspetto interessante di “Gino & Juliet” è l’uso della lingua italiana in alcuni dialoghi, che aggiunge autenticità al personaggio di Gino e riflette l’identità italo-australiana che Giannone ha voluto rappresentare: “Ho incluso dialoghi in italiano per rendere omaggio alle mie radici e per dare al pubblico un senso di autenticità, come se fosse parte di quella famiglia, di quella storia”.
La componente culturale, infatti, è centrale nella visione del regista, che ha voluto rappresentare il conflitto e la fusione tra le tradizioni italiane e la realtà australiana in cui molti connazionali migranti si sono ritrovati a vivere. “Questo film è anche un modo per dire che non importa da dove vieni, ma chi scegli di essere”, ha sottolineato Giannone, evidenziando come i temi dell’identità e della comunità siano alla base del suo lavoro. Il cortometraggio rappresenta solo l’inizio del progetto di Giannone e Firkin. “Vogliamo trasformare ‘Gino & Juliet’ in un lungometraggio - ha rivelato il regista -. Abbiamo molte altre idee e storie da esplorare su questi personaggi e sull’incontro delle due culture, e speriamo di ottenere finanziamenti per portare questa storia su uno schermo ancora più grande”. Un lungometraggio permetterebbe di approfondire ulteriormente le dinamiche culturali, i conflitti generazionali e le sfide familiari che caratterizzano la vita dei migranti italiani in Australia, offrendo al pubblico un ritratto più completo delle realtà italo-australiane. La proiezione esclusiva per il cast e la troupe presso l’AFTRS è stato un successo, con il pubblico che ha accolto calorosamente il film: “È stato emozionante vedere le reazioni del nostro cast e della troupe, e ricevere i loro pensieri e le loro emozioni” ha ammesso Giannone.
Il film è già stato selezionato per l’International Multicultural Film Festival di Perth, nel Western Australia, un’importante vetrina che darà alla pellicola l’opportunità di raggiungere un pubblico diversificato e multiculturale. Giannone è ottimista sul fatto che il film possa conquistare anche altre selezioni nei festival e arrivare a spettatori di tutte le età. “Sebbene sia stato concepito principalmente per un pubblico più maturo, crediamo che ‘Gino & Juliet’ possa toccare le corde di molte generazioni, perché parla di temi universali come l’amore, la famiglia e l’identità culturale”. In “Gino & Juliet”, Giannone e Firkin dimostrano che l’amore non ha limiti d’età e che le differenze culturali possono diventare un arricchimento piuttosto che un ostacolo. Il film celebra così l’eredità dei migranti italiani in questo Paese, offrendo uno sguardo autentico e delicato sulla loro esperienza, portando al contempo sul grande schermo un messaggio che va oltre le barriere linguistiche e culturali. “Vogliamo far vedere che l’amore e la scoperta di sé non hanno età”, ha ribadito in conclusione Giannone.
Con l’International Multicultural Film Festival di Perth all’orizzonte e la prospettiva di un lungometraggio in cantiere, “Gino & Juliet” promette di essere solo l’inizio di un lavoro affascinante e originale nel panorama del cinema italo-australiano.