È senza alcun dubbio considerato uno dei “quattro mostri sacri” del cinema italiano – insieme ad Alberto Sordi, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi. A poco più di cent’anni dalla sua nascita, anche Melbourne celebrerà l’immenso Nino Manfredi, riferimento assoluto nella storia del grande schermo.

Versatile e incisivo, poliedrico e magnetico, come pochi. Nel corso della sua carriera, ha alternato con uguale vigore ruoli comici e drammatici, risultando probabilmente il più grande di tutti, nella sua capacità di entrare nel ruolo e nel regalarci personaggi immortali.

La Società Dante Alighieri Melbourne ricorderà l’indimenticabile artista, la prossima domenica 14 maggio, con l’atteso evento ‘Nino Manfredi: l’avventura di un attore’, presso i locali del Co.As.It. a Carlton, a partire dalle 2.30pm.

Sarà la traduttrice, ex docente universitaria di Italianistica e poetessa Patrizia Burley-Lombardi a moderare l’imperdibile seminario cinematografico, a tracciare il profilo di “un grande intellettuale che arrivava nel profondo”, di un artista che “non faceva pedissequamente l’attore”, ma era molto di più.

“Sono sempre molti gli studenti e gli accademici a partecipare a eventi culturali del genere; vengono per immergersi nella lingua italiana – racconta Burley-Lombardi –. Ma m’interessa molto incontrare quegli italiani, oggi in età matura, che hanno costruito l’Australia e che hanno finalmente il tempo per dedicarsi ai propri interessi mai esplorati. Molti di loro, arrivati qui da giovanissimi, non hanno avuto l’opportunità di studiare da ragazzi, semplicemente perché avevano altre urgenze. Ed è emozionante vederli oggi interessati a seminari del genere; è per me è un’immensa ricompensa”.

La docente e traduttrice esplorerà il percorso professionale, e personale, di Nino Manfredi, partendo dalla sua incisiva formazione teatrale e dal ruolo in Venezia, la luna e tu (1958) accanto ad Alberto Sordi, già ben noto al pubblico italiano, fino alla sua scomparsa nel 2004.

“Manfredi non era solo un attore, ma anche uno scrittore, un regista. Era soprattutto un artista preparato. Quando fu scelto come spalla del già grande Sordi, in una pellicola in cui bisognava esprimersi in accento veneziano, Manfredi, che aveva fatto teatro e aveva interpretato Goldoni, non ebbe alcun problema; anzi, se la cavò egregiamente. Diversamente da Sordi che invece fece un po’ fatica”, continua Burley-Lombardi.

Il grande attore ha però impiegato del tempo prima di essere formalmente riconosciuto dalla critica, tanto che per anni il suo percorso è stato considerato “solo un caso”.

Oggi, fortunatamente, ricordiamo il personaggio di Nino Manfredi per la sua grandezza artistica: un maestro del teatro, un talento nella recitazione, un lavoratore indefesso che “imparava non solo la sua parte, ma anche quella dei colleghi”.

“In Pane e cioccolata (1974), ad esempio, la sua intensità interpretativa ci spinge quasi a pensare che comprenda davvero l’esperienza dell’emigrazione, quasi l’abbia vissuta – aggiunge la docente –. Io, poi, lo ricordo bene in Canzonissima quando rese celebre il personaggio di Bastiano, barista di Ceccano, paesino in provincia di Frosinone. Ti colpiva la sua vis comica, ma bastava ascoltare più attentamente per capire quanto in realtà i testi fossero controversi; criticava sempre la Rai in effetti. Nell’anno in cui fu colpito da un malore, la rete decise di liberarsi di lui e, se non fosse stato per gli scrittori del programma Pietro Garinei e Sandro Giovannini, Manfredi probabilmente sarebbe sparito. Invece, loro insistettero, perché l’Italia aspettava di vedere solo il suo personaggio”.

Patrizia Burley-Lombardi ha quindi accettato con grande entusiasmo il ruolo di moderatrice all’evento organizzato dalla Società Dante Alighieri di Melbourne, accorgendosi, nel suo lavoro di ricerca, come Manfredi fosse in realtà “forse anche più grande dei grandi dell’epoca”.

“Lo ricordo con nostalgia anche sul grande schermo nei miei giorni da ragazza, in Italia. Avevo, infatti, dodici anni quando mi guadagnai la paghetta di 200 lire alla settimana – racconta –. Potevo scegliere cosa farne e ogni volta la spendevo al cinema. E ci andavo da sola; nessuno mi accompagnava. E questo mi ha reso libera. Ma forse perché sono di Sanremo, e in Liguria, storicamente, le donne sono sempre state molto libere. C’è una lunga tradizione di libertà, azione, pensiero”.

Il seminario in lingua italiana, che esplorerà il grande artista tra racconti e video storici, è quindi previsto per domenica 14 maggio.

Per le prenotazioni, è possibile visitare il sito Eventbrite.