Lo scorso 22 ottobre, in concomitanza con l’ormai celeberrimo ‘Oktoberfest’ che si svolge, ogni anno, in Germania, la Sardinian Cultural Association (SCA) ha celebrato il corrispettivo Ichnusafest, attraverso un barbecue che ha incluso la promozione della rinomata birra sarda – l’Ichnusa, appunto.

Per chi non lo sapesse, Ichnusa era il nome originale dato dai Greci all’isola della Sardegna, per via della sua forma che, vista dall’alto, assomiglia ad un sandalo o un piede.

Indubbiamente, oltre ai numerosi soci e simpatizzanti presenti e alla calorosa ospitalità, è stata la presenza dei soci e sostenitori di lunga data della SCA, Attilio e Mary Boi, a rendere il tutto ancor più speciale, soprattutto perché Attilio ha da poco festeggiato il suo centenario.

Esistono cinque cosiddette ‘Zone Blu’ nel mondo in cui è noto che le persone vivano fino a 100 anni. Una di queste è la provincia di Nuoro, in Sardegna, e Attilio Boi nacque proprio qui (precisamente, nella località di Lanusei) il 20 settembre del 1923, il quarto di sette figli.

Attilio apprese dal padre l’arte dell’orologeria. Dopo 4 anni di servizio militare durante la Seconda guerra mondiale, si trasferì nell’Italia continentale e aprì un negozio di orologi a Pisa. Tuttavia, nel 1952 un amico disse che aveva un biglietto per una crociera intorno al mondo e, non potendo andare, offrì il biglietto ad Attilio, il quale, mosso dal suo spirito avventuriero, accettò la gentile offerta e salpò. Quando la nave arrivò a Melbourne, Attilio spontaneamente decise di rimanere.  

Più tardi, nello stesso anno, Attilio conobbe Mary, la donna che portò poi all’altare nel 1959. Seguirono due figli, Steven e Suzanne, e quattro nipoti. Quest’anno, i coniugi Boi hanno celebrato il loro 64° anniversario di matrimonio, un traguardo che è stato ben riconosciuto, ricevendo cartoline di auguri da numerose autorità locali, e anche dal re dell’Inghilterra Carlo e dalla Regina Camilla.  

Attilio inizialmente svolse da casa lavori di riparazione per un orologiaio, ma verso la fine degli anni 50’ iniziò a cercare un luogo dove poter aprire il proprio negozio di gioielleria/orologiaio. Gli venne suggerito di dare un’occhiata nella zona di Footscray, in quando in quegli anni accoglieva una comunità piuttosto vasta di italiani. Per caso, dunque, entrò in un negozio per chiedere al negoziante se conoscesse qualcuno che avesse un posto da affittare, e con sua sorpresa il negoziante gli rispose dicendo che stava pensando di cessare la tua attività, offrendogli il negozio. 

Attilio è sempre stato molto bravo nei lavori manuali, così si mise a costruire i banchi e gli armadi necessari per il negozio, dipinse le pareti e quando fu tutto pronto, nel 1960, aprì il suo negozio di gioielleria/orologiaio dove rimase in attività fino alla pensione, 33 anni dopo.  

“Attilio è sempre stato pronto a rispondere alle richieste di necessità o riparazione di qualsiasi gioiello per le principali manifestazioni della SCA, e anche del Sardinian Club e Sardinian Social Club, che ha preceduto la SCA”, ha commentato Paul Lostia, presidente dell’associazione sarda. “Attilio e Mary ancora oggi partecipano regolarmente ai pranzi della SCA ed è stato un piacere vedere lui e Mary, con il loro grande sorriso, godersi l’Ichnusafest”, ha poi concluso.  

Tornando all’Ichnusa, si dice che questa continui ad essere la birra preferita dei sardi e, da quando il suo birrificio di Assemini è stato rilevato dall’Heineken, ora la si può trovare in tutta Italia e all’estero, incluso l’Australia.