Sono passati 44 anni dalla fondazione della Casa d’Abruzzo, e tre dei soci fondatori (Domenico Nappo, Mario Basilisco e Benito Carugno) fanno ancora parte del comitato ed erano presenti al pranzo annuale del sodalizio tenutosi al Croatian Club di Deakin domenica 22 ottobre.
Questo incontro annuale è una delle preziose occasioni in cui la comunità italiana di Canberra e Queanbeyan può ritrovarsi. Quest’anno oltre 100 persone hanno approfittato dell’occasione per passare alcune ore in allegria e spensieratezza, rivedendo amici e conoscenti e condividendo un ottimo pranzo che includeva salsicce abruzzesi fatte in casa ed una deliziosa torta stile italiano come dessert.
Dopo le rituali parole di benvenuto ai presenti e di ringraziamento a tutti, il presidente Giovanni Di Zillo ha brevemente ripercorso la storia del sodalizio fondato al Marco Polo Club di Queanbeyan nel 1979, ricordando i nomi dei vari presidenti. Lui stesso ha assunto la presidenza nel 2007 dopo esserne stato vicepresidente per alcuni anni.
Durante il pranzo, Di Zillo ha annunciato che, assieme alla moglie Lina, le dimissioni dal comitato che però si incontrerà a marzo per l’assemblea generale durante la quale verrà deciso il futuro del sodalizio. “Tutto ha un limite, gli anni passano - ha affermato -. È un’associazione che ho tanto amato e a cui ho dato del mio meglio. C’erano 60 soci quando ne ho preso le redini, e sotto la mia guida siamo arrivati a 250. È stato un enorme piacere lavorare con il comitato e vi assicuro che sono sempre stato motivato da un profondo orgoglio nella mia italianità, e da rispetto verso la comunità italiana”.
Nonostante le dimissioni, Di Zillo manterrà il suo impegno verso la comunità nelle vesti di presidente del CIAO (Council of Italo-Australian Organisations), l’ente che gestisce il Centro Culturale Italiano di Manuka che ospita la Società Dante Alighieri e sede di numerosi eventi comunitari.
Di Zillo ha poi elencato i membri del comitato, ringraziandoli di cuore: il vicepresidente Benito Carugno, il tesoriere Davide Nappo, la segretaria Lina e gli altri membri – Mario e Floriana Basilisco, Paola Carugno, Frank e Tina Ciuffetelli, Sesto e Rosetta Ciuffetelli, Flora Ippoliti, e altri componenti della famiglia Nappo, Domenico, Franca e Kathy.
Altri ringraziamenti sono andati al presidente del ComItEs Franco Barilaro e al rappresentante di Giuliani nel Mondo Mario Donda, ai sostenitori del sodalizio (Monarch Building Solutions), al club croato per l’efficiente e gentile ospitalità e al sempre bravo e popolare cantante Joe Sorrentino che ha rallegrato l’evento con una vasta gamma di canzoni italiane. I suoi brani musicali hanno attirato numerosi ospiti in pista e li hanno ispirati a snodarsi tra i tavoli nella nota ‘conga line’ e a formare un cerchio in pista. Anche la coppia Di Zillo è stata convinta a ballare al centro del cerchio, come hanno fatto altri allegri commensali.
Dopo l’intervento di Di Zillo in cui annunciava le dimissioni, il tesoriere Davide Nappo ha preso la parola per esprimere la tristezza sentita alla notizia del ritiro del presidente: “Giovanni e Lina hanno dimostrato vera passione per l’associazione, e continueranno a partecipare alle nostre feste. Abbiamo però bisogno di nuove persone nel comitato” ha sottolineato, concludendo con un ringraziamento per l’affetto dimostrato dai presenti verso il sodalizio abruzzese.
L’estrazione del ‘lucky door prize’ e della lotteria (con identici premi di una bottiglia di vino e un chilo di salsicce abruzzesi) ha reso felici i molti commensali. A fine festa, Di Zillo si è dichiarato soddisfatto di questa “fantastica giornata” e del ruolo che il sodalizio della regione può giocare. Infatti, trovandosi al centro della penisola, “l’Abruzzo unisce l’Italia. Dopo tutto, non importa da dove si viene: siamo tutti italiani” ha detto in conclusione.
E quindi ecco un’altra associazione italiana che deve affrontare nuove difficoltà per rimanere attiva nel suo proposito di mantenere e promuovere le radici regionali italiane. Il cambio generazionale è sempre difficile da effettuare visto che i figli sono tranquillamente inseriti nel tessuto australiano. A marzo si saprà se la Casa d’Abruzzo di Canberra avrà un futuro o meno e, fino ad allora, rimarremo ottimisti.