Un articolo degli studenti dell'Istituto Sacra Famiglia delle Suore Benedettine della Divina Provvidenza di Voghera
La nostra scuola, l’Istituto Sacra Famiglia delle Suore Benedettine della Divina Provvidenza di Voghera, in provincia di Pavia, è molto interessata ai contatti con varie parti del mondo, grazie anche alle missioni gestite dalle suore, soprattutto in Africa, in India e in Sud America.
Nel corso degli anni abbiamo già incontrato online diverse volte i ragazzi delle missioni del Kenya, della Guinea Bissau e del Mozambico, per conoscere la cultura di quegli Stati e capire come vivono i nostri coetanei nel mondo.
In quest’ottica di scambi relazionali e apertura a culture diverse dalla nostra, abbiamo affrontato anche un argomento di grande attualità, la migrazione, ma partendo da una prospettiva diversa dal solito, quella dell’immigrazione italiana all’estero negli ultimi anni.
Spesso si sente parlare di “cervelli in fuga”, ma cosa significa questa espressione?
A volte siamo superficiali o frettolosi nel giudicare gli stranieri immigrati presenti in Italia, ma cosa succede quando gli immigrati all’estero siamo noi e la cultura diversa è la nostra?
Queste sono le domande che l’insegnante di geografia ci ha posto quest’anno.
Abbiamo dunque approfondito gli studi ascoltando podcast con le testimonianze di molti italiani all’estero per capire chi oggi sceglie di lasciare l’Italia e perché.
Abbiamo infine avuto occasione di intervistare, durante un collegamento online, Francesco Antoniazzi, un nostro concittadino emigrato da diversi anni a Melbourne e da tempo giornalista per il giornale Il Globo, dedicato agli italiani all’estero.
Noi studenti delle classi 5 primaria, 3 media e 5 liceo eravamo davvero emozionati all’idea di conoscere qualcosa in più sulla vita in Australia, sulla cultura di questo Paese, sulle differenze con l’Italia e sulle possibilità che hanno lì gli immigrati.
Ci ha colpito il coraggio di Francesco e delle tante altre persone che, come lui, scelgono di lasciare il proprio Paese per vivere altrove; abbiamo scoperto che lui lo ha fatto insieme alla sua famiglia, ma ci sono anche persone che lasciano i propri cari da soli e questo ci ha fatto riflettere.
Abbiamo ascoltato con interesse il percorso fatto da Francesco per arrivare a fare il giornalista a Il Globo, dopo gli studi in Italia, il perfezionamento del suo inglese e gli inizi della sua carriera in Australia.
Ci ha fatto piacere scoprire che la sua esperienza lì si è rivelata da subito molto positiva in quanto gli italiani emigrati in Australia sono tantissimi, soprattutto nella zona dove vive lui, vicino a Melbourne, dove i nostri connazionali sono da sempre ben visti e l’italiano è la seconda lingua più parlata.
Chissà che qualcuno di noi, da grande, non decida di emigrare, anche magari solo per un periodo di studio o lavoro.
Qualcuno l’ha già fatto tra i nostri ex compagni, anche se ben più grande di noi: infatti, prima di Natale è venuto a scuola a salutare i nostri professori un ex studente liceale, diplomato ormai da alcuni anni, che si sta trasferendo proprio a Melbourne per terminare i suoi studi universitari con un programma Erasmus di un anno.
Dopo aver ascoltato con molta attenzione il racconto relativo al lavoro di Francesco, noi tutti eravamo molto incuriositi da una realtà che poco conosciamo, così gli abbiamo posto un sacco di domande con l’intenzione di imparare qualcosa di più di una terra lontana che, da sempre, affascina tutti.
Ci ha molto stupito ascoltare che in realtà alcune cose sono simili e che Francesco e la sua famiglia restano affezionati al cibo italiano: mangiano pizza Margherita e pasta anche dall’altra parte del mondo.
Le differenze e gli elementi peculiari dell’Australia ci sono rimasti molto impressi e hanno destato la nostra curiosità: ci siamo interessati al sistema scolastico australiano, in cui l’equivalente della nostra scuola primaria dura sei anni; non esiste la scuola secondaria di I grado, ma si passa direttamente a una scuola superiore (da qui abbiamo notato la forte influenza della cultura inglese) e non ci sono esami di ammissione per le università.
È stato curioso ascoltare che a volte nel giardino di casa Francesco vede i canguri o ha mangiato il coccodrillo. Abbiamo avuto parecchie indicazioni utili su come raggiungere l’Australia e soggiornare: è meglio recarsi con un visto valido per il lavoro; meglio visitare anche le periferie delle città per conoscere la vita del vero australiano; come per gli Stati Uniti, è meglio stipulare un’assicurazione per poter essere curati.
In conclusione, l’Australia, su molti di noi, ha esercitato il suo fascino; siamo stati davvero incuriositi da questo Paese e molti hanno dichiarato che andrebbero in vacanza.
Al momento siamo forse ancora piccoli per pensare di trasferirci per un periodo molto lungo per studiare o lavorare, anche per la grande distanza dall’Italia e alcuni aspetti del clima e della natura troppo diversi da quelli a cui siamo abituati, che ci hanno spaventato un po’.
Qualcuno però ha già le idee chiare e ha dichiarato:
“Ho intenzione di andarci e di passare là un lungo periodo perché è un’isola molto vasta, piena di contrasti e c’è moltissimo da scoprire: la Barriera corallina, le isolette verdeggianti e l’entroterra desertico; i coccodrilli, le strade lunghissime e gli aborigeni; ma soprattutto vorrei entrare al McDonald's di Sydney per assaggiare l’hamburger di carne migliore del mondo, come dicono i miei genitori!”.