Gianmarco Cinus, 37 anni, originario della zona di Monastir in provincia di Cagliari, ma residente a Brisbane, è tra i candidati per uno dei progetti di ricerca di Australian Antartic Division.

Non tutti sanno che il governo australiano ha diversi progetti di studio e ricerca nel continente antartico con ben tre differenti basi, progetti che hanno bisogno di ogni tipo di figure professionali, non solo ricercatori, ma anche staff di supporto da informatici a medici, infermieri, cuochi, elettricisti e idraulici. E quindi si ricercano professionisti disposti a vivere per alcuni mesi in Antartide per supportare le attività di ricerca.

Australian Antartic Division è parte del Dipartimento del governo che si occupa dei cambiamenti climatici, energia, della salute dell’ambiente e delle acque. Il quartier generale che coordina le attività si trova a Kingston, in Tasmania, dove viene formato il personale che poi verrà diretto nelle basi in Antartide e nell’isola sub antartica di Macquarie. Cinus, candidato come esperto informatico, racconta la sua scelta: “Ottenuta la residenza permanente qualche mese fa, stavo pensando di cambiare lavoro quando mi sono imbattuto in questo annuncio e ho voluto approfondire: è un po’ come decidere di fare l’astronauta e andare sulla luna”. Cinus continua: “Le basi in Antartide devono essere completamente autosufficienti per diversi mesi, perché le condizioni climatiche estreme non permettono approvvigionamenti continui, per cui si ha bisogno di molto personale preparato che possa supportare le attività di ricerca in ogni aspetto della vita quotidiana. Io mi occupo di informatica e mi sono candidato per queste posizioni”.

“La formazione in Tasmania sarà intensa e grande attenzione è data alla componente psicologica, perché bisogna essere in grado di sopportare l’isolamento e il non poter rientrare prima dei tempi prestabiliti dal progetto, spesso non si potrà stare all’aperto e lo spazio sarà ridotto”. Ma perché è stato attratto da questa prospettiva? “Indubbiamente è un lavoro ben retribuito, ma spero di essere selezionato perché sento che questo è il momento della mia vita adatto per fare una esperienza diversa ed estrema - sottolinea -. Mi sento tranquillo perché non ho particolari preoccupazioni, ho sistemato il mio visto, non ho problemi familiari e di salute e mi sento pronto a sfidare me stesso e ad uscire dalla mia zona di comfort per testare i miei limiti.Come detto, mi sento un po’ come un astronauta”. 

Gianmarco conclude: “Spero di essere selezionato e cominciare questa incredibile esperienza di vita, di lavoro e di viaggio, fiero del contributo che posso dare con le mie competenze alla ricerca ambientale e climatica in questo straordinario continente in pericolo a causa del riscaldamento globale”.