BUENOS AIRES - In Avenida Entre Ríos 1081, nel quartiere di San Cristóbal, sorge Casa Anda (chiamata così in onore del cognome del calzolaio che la fece costruire nel 1913). Un imponente edificio di tre piani, costruito all'inizio del XX secolo dal rinomato architetto italiano Virginio Colombo.  

In quegli anni, Virginio Colombo costruì numerose opere di particolare bellezza, portando a Buenos Aires le tendenze dell’Art Nouveau milanese, apprese durante la sua formazione all’accademia di Brera. 

Sebbene un tempo fosse un edificio patrizio, oggi rimangono solo vestigia del suo antico splendore. Quelli che un tempo erano artistiche vetrate ora sono finestre rotte. La facciata è deteriorata e le fessure nelle mura sono il segno evidente dei gravi danni strutturali che riporta la costruzione. 

Nonostante tutto, Casa Anda suscita ancora un certo fascino, in particolare per il balcone, che è il protagonista della sua architettura. Ed è anche il protagonista della sinistra leggenda che ancora oggi si racconta. 

La storia risale al 1927, quando due famiglie di immigranti vivevano nella casa: la famiglia Roccatagliata, composta da Luigi, un ex soldato dei Bersaglieri italiani, sua moglie Glorietta e i loro gemelli di 17 anni, Emanuele e Vittorio, e la famiglia formata dall’ungherese Ernest Zick, sua moglie spagnola Dolores, e la loro figlia Celina Amparo, di 16 anni.  

Secondo i fatti riportati dalla cronaca di allora, Vittorio ed Emanuele erano entrambi perdutamente innamorati di Celina Amparo. Il primo, in un attacco di gelosia, ammazzò il fratello, togliendosi poi la vita nella soffitta del palazzo. Lo shock per la tragedia fu tale da far venire un infarto al padre, Luigi, che pure morì. 

La leggenda di Casa Anda si è arricchita negli anni e nel quartiere si iniziò a commentare che il fantasma di Vittorio appariva nel balcone del palazzo durante le notti di tempesta.  

Sebbene la storia contenga elementi reali, è il frutto della fantasia popolare, indotta dall’aspetto deteriorato in cui negli anni è sprofondata la struttura.  

Oggi la costruzione è in pericolo di crollo e i vicini si stanno battendo per poter ristrutturarla e riportarla al suo splendore originale.  

Vorrebbero che si potesse seguire l’esempio di Casa Calise, un altro edificio storico in una situazione simile, dove è stato effettuato un lavoro di recupero basato sulla Legge di Mecenatismo della Città di Buenos Aires che consente alle imprese private di sponsorizzare progetti culturali selezionati e ottenere sgravi fiscali.   

La comunità del quartiere di San Cristóbal vuole rivalutare l'edificio affinché possa restituito a un utilizzo sociale, evitando che venga demolito questo antico palazzo che, aldilà delle leggende urbane, rappresenta un pezzo di storia dell’architettura italoargentina.