MELBOURNE – Julia Chaperon fa parte di un gruppo di studenti universitari che si sono distinti per i risultati ottenuti nello studio dell’italiano e che per questo sono stati premiati alla fine dell’anno dalla Società Dante Alighieri di Melbourne.

Julia, iscritta al corso di laurea in Exercise and Sport Science all’ACU - Australian Catholic University - ha concluso il suo primo anno, durante il quale ha anche studiato l’italiano, che ha scelto come Minor. 

“Ho cominciato a imparare la lingua quando avevo otto anni, al doposcuola. Poi, alle superiori ho partecipato al programma immersivo del mio istituto, il Gladstone Park Secondary College”, ha detto, aggiungendo che la scelta di proseguirlo all’università le è venuta naturale. Italiana da parte della mamma e mauriziana dal lato paterno della famiglia, Julia è cresciuta ascoltando il suono del dialetto calabrese e del francese dai nonni. 

Un aspetto che ha profondamente influenzato il suo rapporto con le lingue: “La mia cultura è una parte importante di chi sono e per questo ho voluto studiare l’italiano, che mi permette anche di comunicare con i miei nonni e i miei parenti”. 

“A casa - ha spiegato Julia - continuiamo a coltivare la cultura, cucinando i cibi della tradizione e parlando la lingua. Tutto questo mi aiuta a connettermi con la mia identità, sebbene non sia mai andata in Italia”.

Le lingue a casa Chaperon sono un affare di famiglia, tanto che Julia e la sorella gemella chiacchierano tra loro in italiano, esercitandosi nella conversazione, che è la parte in cui Julia si sente meno sicura. “Quando parlo, ho poco tempo per pensare alle regole grammaticali o alla coniugazione dei verbi”, ha ammesso.

Per aiutarsi, guarda film e serie televisive – “ma sempre sottotitolate perché parlano troppo velocemente per me”–, legge libri e ascolta musica, grazie alla mamma che le ha trasmesso l’amore per le canzoni di Eros Ramazzotti e de Il Volo.

La notizia di aver vinto uno dei riconoscimenti della Società Dante Alighieri di Melbourne è stata accolta con grande emozione e sorpresa da Julia, che non si aspettava di vedersi assegnare il premio. Ritirarlo davanti alla sua famiglia e ai nonni in particolare, con cui si sforza sempre di parlare in italiano, è stato un momento molto toccante per tutti, segnato dalle lacrime di gioia del nonno.

La sua giovane età non ha impedito a Julia di delineare un piano già chiaro per il futuro: con il suo lavoro vuole infatti aiutare gli altri “anche nella loro lingua, se necessario”.

La conoscenza di un secondo idioma è fondamentale in una società multiculturale, “per connettersi con persone diverse da noi, vedere le cose da un altro punto di vista, facendoci uscire dalla nostra 'zona di comfort' e aiutarci reciprocamente”.

Lo studio dell’italiano ha modificato anche l’approccio allo studio e quindi alla vita di Julia, consentendole di acquisire un metodo.

“Non essendo madrelingua, devo fare attenzione per seguire e capire un discorso in italiano. Questo mi ha aiutato a sviluppare la capacità di concentrarmi anche nelle altre materie, aiutandomi a sconfiggere la pigrizia e regalandomi l’abitudine all’ascolto”, ha chiarito.

Per il futuro Julia spera di visitare l’Italia, magari con la mamma, e immergersi in quella cultura che ha respirato tra le mura di casa.