ADELAIDE – Il 2 ottobre si è tenuta presso la sala parrocchiale della chiesa di Mater Christi a Seaton, l’Annual General Meeting dell’Italian Historical Society. Quest’anno l’associazione ha celebrato il suo decimo anniversario. Il presidente Joe Geracitano ha, infatti, esordito nel suo discorso dicendo che il 2024 è un anno molto significativo, proprio in virtù dell’importante traguardo: “Sebbene in passato ci fosse una Italian Historical Society in South Australia fondata da Marco Danielle, nel 1991, che lasciò un’eredità sotto forma di una statua del primo colono italiano registrato in South Australia a Norwood, Antonio Giannoni, e che pubblicò un libro di proverbi italiani tradizionali dal titolo Mio Nonno Parlava Così, Mia Nonna Pensava Così, scritto dal cav. uff. Carmine De Pasquale, tuttavia, con la scomparsa di Marco Danielle, quell’associazione cessò di esistere. Per molti aspetti la nostra attuale Società è molto diversa, sia nei suoi obiettivi sia nella metodologia di conservazione della storia degli immigrati italiani in South Australia”.
Geracitano ha quindi tracciato una veloce panoramica del percorso che ha portato alla nascita dell’attuale società, che tra le tante novità ha introdotto la conservazione delle storie attraverso fonti orali. “Ho avuto una lunga collaborazione con organizzazioni per servire la comunità italiana in South Australia e, in misura minore, nel Victoria. Il mio interesse per la comunità italiana nel South Australia deriva in parte dalla mia esperienza personale di figlio di emigrati e in parte dalla mia curiosità accademica, elementi essenziali per passare armoniosamente da una società monoculturale a una multiculturale. Come la maggior parte degli immigrati, ho sperimentato le sfide che una nuova società, con una lingua diversa e nuove esigenze in termini di cultura, pratiche culinarie e culto comporta. Ho affrontato il trauma di essere stato strappato dalla mia famiglia allargata e da tutto ciò che mi era familiare. Sia le sfide che il trauma facevano parte della mia vita mentre affrontavo la mia istruzione in Australia e dovevo costantemente dimostrare ai miei insegnanti e alle autorità scolastiche che la mancanza di capacità linguistica non equivaleva a mancanza di intelligenza. Il sistema scolastico degli anni ‘50 e ‘60 non era orientato a gestire studenti con formazioni non anglofone. Non c’erano insegnanti speciali per gli studenti che parlavano a casa una seconda lingua, non c’era un insegnamento speciale dell’inglese, ci si aspettava che gli studenti “imparassero” la lingua mentre restavano sempre più indietro con tutte le materie. Per questo il fatto che così tanti studenti non anglofoni siano stati in grado di navigare con successo in questo sistema e siano riusciti non solo a entrare all’università, ma anche a eccellere nei loro studi e a diventare leader nel loro campo è una testimonianza del loro duro lavoro e della loro resilienza”.
Ricordiamo che Joe Geracitano era un insegnante di scuola secondaria, invitato a formare futuri insegnanti presso la University of Adelaide. Gli anni ‘70 furono un periodo di intenso cambiamento sociale, prosegue Geracitano, fu un periodo in cui la comunità non anglo-celtica trovò voce e richiese cambiamenti, così che i servizi fossero indirizzati a soddisfare le loro esigenze nelle loro lingue, laddove necessario.
La comunità italiana, essendo la più grande comunità non anglo-celtica, era in prima linea in questo movimento sociale e Joe Geracitano ne ha fatto parte. Ora le comunità non anglo-celtiche, e la comunità italiana in particolare, non sono più viste come concorrenti per i lavori australiani e sono ben integrate nella società. E le autorità riconoscono il ruolo importante degli italiani nel trasformare l’Australia e il South Australia. “Tuttavia - prosegue Joe - gran parte di questo cambiamento non è stato registrato e documentato”.
Da qui lo scopo e l’obiettivo dell’Italian Historical Society, “la mancanza di documentazione doveva essere riparata” e la ricerca di Joe ha evidenziato che la forma più efficace di conservazione e trasmissione è proprio la forma orale, “una tecnica per generare e preservare informazioni originali, storicamente interessanti, materiale di prima mano, fatto di ricordi personali, attraverso interviste registrate”.
Da varie ricerche, Joe Geracitano incontra l’Oral History Association of Australia, a cui si affilia nel 2010 e all’interno della quale si forma e scopre presso la State Library l’esistenza della J. D. Sommerville Oral History Collection, una collezione fondata nel 1987 che contiene oltre 9mila interviste, un numero enorme che comunque sottorappresenta la categoria delle persone di origine non anglofona, e in particolare per quanto riguarda la comunità italiana c’è solo il Veneto Market Gardeners 1927 Oral History Project di Madeleine Regan, con 65 ore di interviste a 11 famiglie immigrate dal Veneto nel 1927 e che hanno fondato orti su Frogmore Road a Kidman Park. Un progetto che ha richiesto 16 anni per essere completato.
Da qui l’idea che ha coinvolto l’intera comunità e la conseguente nascita della nuova Italian Historical Society of South Australia nel 2014. Un primo progetto di grande successo dal titolo Un baule pieno di sogni, una valigia piena di ricordi: storie di immigrati italiani nel South Australia.
E poi l’individuazione di temi comuni: successo imprenditoriale, affari, sport, organizzazioni comunitarie, l’influenza dell’immigrazione italiana sulla cultura alimentare australiana, donne e imprenditoria, donne e successo, cultura. E poi ancora la raccolta di fondi, per portare avanti i progetti, con tanti sponsor, come Arte Grafica, il Lions Club of Adelaide Italian, Bene Aged Care, la South Australian Association of Teachers of Italian, la Galipo Food Company, il cav. Nick Fazzalari e Joan Fazzalari.
Nel 2015 la Società ha fatto il suo primo tentativo di accedere ai fondi da un istituto pubblico per condurre un piccolo progetto di storia orale e ha fatto domanda di sovvenzione al Cultural Heritage Program della città di Charles Sturt, a cui seguiranno altri fondi. È l’inizio del progetto di raccolta delle interviste orali: prima, Sebastiano Galipo, seguito da Rita Bianca Palumbo, attuale presidente del Sicilia Club e molti sono nella lista: Ilario Nesci, Vittorio Ventura, Carmine e Tony DeIeso, Nino Tolina, Andy Parisi, Enzo Fazzari, Larry Piscioneri, la famiglia Minicozzi, la famiglia Fantasia e tanti altri. Ogni intervista verrà pubblicata e depositata presso la State Library of SA, secondo il Legal Deposit Act.
A conclusione, Joe Geracitano, durante il suo rapporto ai soci ha specificato che la pagina Facebook dell’associazione conta oltre 1.000 follower e che presto il sito internet vedrà un restyling professionale che permetterà di caricare le varie interviste.
Tra i progetti del 2025 anche una collaborazione con Radio Italiana 531 per le celebrazioni del suo mezzo secolo di storia, la conclusione di almeno sei nuove interviste, l’avvio di un comitato editoriale per stampare una rivista dell’associazione, il lancio del nuovo progetto sul tema “Donne in Affari”, sui contributi delle donne immigrate italiane in South Australia e interviste su richiesta da privati.
“Gli ultimi dieci anni sono stati un viaggio entusiasmante - ha concluso Geracitano - e sebbene la produzione di interviste completate non sia stata così numerosa come avevo previsto, principalmente a causa della pandemia, il lavoro di base è stato gettato in modo che ora possiamo accelerare il numero di interviste e pubblicazioni. Vorrei ringraziare i membri della fondazione che hanno voluto accompagnarmi in un sogno, gli sponsor che hanno sostenuto le nostre attività, i vari membri del comitato che hanno perseverato negli anni e infine la mia famiglia che mi ha sostenuto e dato l’opportunità di realizzare il mio sogno”.
In seguito alle elezioni, il nuovo comitato: Giuseppe (Joe) Geracitano, presidente; Nick Fazzalari, vicepresidente; Giovanna (Jenny) Geracitano, segretaria; Rosina Peryk, assistente segretaria; Tina Dichiera, tesoriera; Rosemarie Geracitano, social media manager; oltre a Franca Circosta, Lorenzo Circosta, Angela Cutri, Teresa Dall’Acqua Leonardi, Anna Farrugia, Rachele Tullio e Nella Santo, membri del comitato.
Laura Di Martino-Kempt e Mario Russo, parte del comitato editoriale. Patroni, il console Ernesto Pianelli e Carmine De Pasquale, e ambasciatori Sebastian Galipo e Rita Bianca Palumbo. Per restare informati sulle attività dell’associazione, potete seguire la pagina Facebook, Italian Historical Society of SA Inc.