La vicenda di tre personaggi con ben poco in comune s’intrecciano in una calda estate romana.

Enzo, un tronfio e volgare bellimbusto, parte per Cracovia insieme a un amico. Ma questi si sente male ancora prima di uscire dalla città costringendolo a deviare per l’ospedale, dove le condizioni del malato si rivelano gravi quanto basta da impedirgli di continuare il viaggio. Rimasto solo, Enzo non si dà per vinto e si mette alla disperata ricerca di qualcuno con cui rimpiazzarlo.

Leo è un ingenuo e goffo ragazzo di Trastevere, ossessionato dalla dispotica madre che lo attende a Ladispoli per trascorrere il Ferragosto. Rincasando da fare la spesa, s’imbatte in Marisol, una giovane turista spagnola in difficoltà che lo convince a ospitarla a casa, ad accompagnarla in giro per Roma e poi a organizzare una romantica cena in terrazza. Sebbene sorga del tenero, sul più bello piomba in casa il fidanzato di lei.

Ruggero, un hippy svampito convinto di aver avuto un’esperienza mistica, vive in ritiro in una comunità di Città della Pieve, dove si professa l’amore libero e il “distacco dal mondo materialistico”. Trovandosi a Roma con la sua ragazza Fiorenza per fare della questua a un incrocio, incontra casualmente suo padre, il quale invita i due in casa per una chiacchierata nel tentativo di convincere suo figlio a rientrare nei ranghi. Lì, la coppia s’intrattiene con una bislacca terna di personaggi (un ambiguo sacerdote, un professore arrogante e moralista e il pignolo e logorroico cugino Anselmo) in quello che si trasforma via via in un surreale e patetico dialogo tra sordi. Nel pieno della notte echeggia un forte boato.

Ruggero si congeda da suo padre roso da mille dubbi, facendogli eco il commento aspro di Fiorenza.

Il mattino dopo Enzo sembra riuscito a trovare come compagno di viaggio uno sparuto ”amico di un amico”, ma appena partiti, l’immagine si sofferma impietosamente su una macchia d’olio lasciata dalla vettura. Leo si risveglia da solo, riprendendo la sua vita frustrante di tutti i giorni.

Il film lanciò il popolare attore romano Carlo Verdone che interpreta ben cinque personaggi, il tutto sorretto da un umorismo politicamente scorretto, quasi cattivo.

Non c’è mai volgarità, solo tanta ironia, malinconia e un filo d’amaro in bocca: non c’è lieto fine nelle tre storie, ma nemmeno un triste finale a dire il vero; non c’è sterzata o colpo di scena ma tutto va per il verso in cui deve andare. è di una comicità devastante ma di quella intelligente lontana mille miglia dal trash imperante in quel periodo nella commedia all’italiana. 

Il film è disponibile sulla piattaforma GLOBO TV il primo servizio italiano di streaming con canali in diretta e contenuti on demand.