Un incontro particolarmente interessante il “Salotto” organizzato dall’Associazione Nazionale Donne Italo-Australiane con la collaborazione della Società Dante Alighieri di Sydney.

Le sedie nell’elegante sala del Canada Bay Club erano disposte a semicerchio, creando un’atmosfera da salotto, senza una separazione tra pubblico e relatori, per favorire la libertà d’espressione dei partecipanti.

L’evento, con la gradita partecipazione del sindaco di Canada Bay, Michael Megna, ha avuto come ospite d’onore Sara Coggiola, proveniente da Melbourne. Fondatrice di Between Cultures, Coggiola è una Life Coach che attraverso corsi di formazione e sessioni di coaching offre supporto a donne e famiglie immigrate/espatriate con figli cresciuti tra culture diverse, noti come “Third Culture Kids” (TCK) o figli di una terza cultura. Questo termine, coniato negli anni ‘50 dagli antropologi John e Ruth Useem, descrive ragazzi che non si identificano pienamente né con la cultura dei genitori né con quella del paese in cui vivono.

Nella sua esposizione, Coggiola è stata affiancata da Manuela Rispoli e Nadja Fronteddu, che hanno posto domande e spunti di riflessione su aspetti relativi alla formazione tra chi si trasferisce stabilmente all’estero e chi cambia frequentemente paese, sull’evoluzione delle tradizioni, sull’impatto nel senso identitario nei ragazzi  e su come aiutarli a conciliare la cultura del paese ospitante e quella dei genitori.

Coggiola ha sottolineato come i TCK sviluppino una combinazione unica di identità culturali, mostrando grande capacità di adattamento e comprensione interculturale. Affrontano sfide uniche, come la difficoltà di definire dove è “casa” o di stabilire radici a lungo termine in un luogo specifico, ma possono anche trarre grandi benefici dalla loro esperienza multiculturale.

Tra questi lo sviluppo di competenze linguistiche avanzate, una maturità precoce e la capacità di fare da ponte tra diverse culture, arricchendo così la società globale. Riguardo alle strategie per aiutare i TCK, Coggiola ha parlato di programmi scolastici internazionali che incoraggiano la consapevolezza culturale, un aiuto psicologico mirato, e la creazione di reti di supporto tra famiglie che vivono esperienze simili.

L’incontro ha visto numerosi interventi dal pubblico. Giuseppina ha condiviso la sua esperienza di vita tra paesi arabi, Italia e Australia, sottolineando l’evoluzione della lingua e della cultura e il suo spaesamento nel confrontarsi con una Sicilia diversa dall’immaginario.

Alessandra, giovane mamma, ha raccontato come i suoi figli siano perfettamente integrati in entrambi i paesi, mentre Ilaria ha evidenziato le pressioni sul nucleo familiare durante i trasferimenti, con rischi di destabilizzazione in caso di separazione o divorzio dei genitori. Vittoria ha sottolineato l’importanza di perserverare nel parlare l’italiano a casa con i nipoti e considerare l’apprendimeno della lingua come veicolo per far apprezzare la cultura; Carmen ha ribadito il concetto della connessione tra lingua e cultura, per instillare nei nostri figli l’orgoglio per le radici, allargargli gli orizzonti e farli diventare cittadini del mondo.

Yvette ha evidenziato la separazione fatta da sua figlia tra la cultura friulana appresa dalla nonna, la cultura italiana e quella australiana, pertanto si sente italiana e friulana, quando in Italia, ma australiana quando in Australia; Joyce ha espresso la necessità di “fare pace” con il senso della doppia appartenenza, riconoscendo la ricchezza di questa esperienza e di trasmetterla alle nuove generazioni. Il sindaco Megna ha specificato come la sua identità italiana si sia evoluta e diluita attraverso le generazioni, sottolineando l’uso di diverse lingue nella sua famiglia con TCK. La ciliegina sulla torta è stata offerta da Peter Ciani che ha recitato una poesia in dialetto siciliano, esaltandone la musicalità ed evidenziando la necessità di mantenere vivi i dialetti nelle nuove generazioni.

Il dibattito proseguirà con una prossima edizione del “Salotto”, con la partecipazione dei giovani TCK. Il discorso sull’evoluzione del concetto di TCK non puó che diventare di maggiore attualità alla luce della crescente mobilità globale e delle tecnologie che connettono persone oltre le frontiere geografiche.