PERTH - Di Agliana, in provincia di Pistoia, Andrea visita per la prima volta l’Australia nel 2010, a circa trent’anni: atterra a Sydney con un amico e dopo due mesi di lavoro molto stancante, decidono di riprendere il loro viaggio in terra d’Australia: “Ho completato l’esperienza nelle fattorie sulle Adelaide Hills”, racconta. Infine, un periodo a Melbourne e poi il ritorno a casa, con l’obiettivo di ritornare al più presto; infatti, dopo circa un anno, Andrea torna e si stabilisce a Fremantle, che gli ricorda la sua Agliana: “Ma molto più produttiva. Poi c’è qualcosa che mi ci tiene proprio legato. La cosa strana è che, a chiunque, Fremantle ricorda casa. Chi sceglie di vivere a Fremantle lo fa per la sua energia. Il mio ufficio è qui e ogni giorno quando arrivo sento di arrivare a casa”.

Andrea in Italia ha studiato ragioneria e ha lavorato principalmente negli uffici, ma all’inizio del suo secondo periodo in Australia mette in campo un’altra sua competenza: il padre è un fabbro artigiano. “Io ho sempre lavoricchiato con lui. Nell’anno trascorso in Australia avevo capito che c’era richiesta di questa professionalità. Arrivato in Italia quindi mi sono ulteriormente qualificato in questa disciplina”, ci spiega.

Grazie infatti alle sue capacità di fabbro artigiano, tornato in Australia, Andrea trova uno sponsor in una fabbrica in cui lavora come metal fabricator.

Andrea Pastacaldi di natura è molto socievole e disponibile; da subito si è messo a disposizione della comunità. Presto un amico agente d’immigrazione, prossimo a un trasferimento a Melbourne, gli propone di diventare un agente per assistere gli studenti internazionali: iscrizione a una scuola, domanda del visto, individuazione delle motivazioni che giustifichino un percorso di studio in Australia, l’assicurazione.

Al suo arrivo a Fremantle, più di cinque anni fa, si accorge che c’era un club italiano molto grande, ormai poco sfruttato: “Lo spazio non era utilizzato a dovere, c’era sempre solo una manciata di anziani a giocare a carte”, racconta. Da lì l’idea di organizzare una serata per ripopolare i locali: una festa con musica dal vivo e una semplice pasta attrae quasi 400 persone. “Da qui, io che non ho mai organizzato nemmeno una pizza tra amici, sono diventato un organizzatore di eventi”, racconta Andrea scherzando.

Due le pagine Facebook che gestisce: ‘ItalWA’ con quasi 6mila iscritti e ‘Nuovi Italiani in Western Australia’. Dalle pagine, Andrea organizza eventi, aperitivi, cene a base di cucina povera regionali – un concept nuovo –, serate dedicate al cinema e anche mercatini di artigianato italiano: “Mi sono accorto infatti che tanti sono i ragazzi italiani dalle doti artistiche e artigianali eccezionali ma che lavorano nei ristoranti, anche come lavapiatti, o come addetti alle pulizie – osserva Andrea –; l’Italia non è solo quella rappresentata dagli italiani di prima generazione”.

Andrea Pastacaldi ora collabora attivamente anche con le istituzioni locali, tra cui il consolato e il Com.It.Es, e da quella prima festa, di strada ne è stata fatta e tante sono le iniziative, come un corso di pizzica salentina, “una danza tradizionale ma rivisitata in chiave moderna, con tanti giovani partecipanti”.

Ricco il programma per il 2021, ma intanto è molto orgoglioso di quanto sta nascendo grazie a questi eventi: “Si sta creando molto – ci riferisce Pastacaldi –; ci si conosce, scaturiscono nuove idee, opportunità, ci si aiuta. Questi eventi rappresentano un’opportunità grande, non è solo divertimento”. C’è bisogno di fare gruppo, di promuovere le piccole imprese italiane, di farsi conoscere “anche per presentare un’Italia più moderna”.

Per questo sta per lanciare il sito ItalWA.com.au, una piattaforma di promozione delle aziende e dei professionisti locali italiani.

Andrea Pastacaldi è un vulcano di idee e iniziative, crede profondamente negli italiani e nelle loro capacità e potenzialità, ma anche nell’Australia e nel mare di opportunità che ha da offrire. Crede soprattutto nel circolo virtuoso che si può creare tra i nuovi italiani d’Australia e il Paese che hanno scelto come nuova e seconda patria, oltre che con i primi arrivati: “Siamo in tanti, ma dobbiamo iniziare a collaborare e a sostenerci l’un l’altro. Importante anche promuovere un punto di contatto tra le vecchie e le nuove generazioni di italiani”.