ITUZAINGÓ (BUENOS AIRES) – L’Agenzia Consolare di Morón, nel conurbano boarense, ricorda la Festa della Repubblica. Lo fa “in differita”, per non sovrapporsi alle celebrazioni della Capitale, e consentire a tutti di partecipare senza obbligare a spiacevoli selezioni.

L’appuntamento è stato dunque fissato per domenica 9 giugno, alle 19, al Teatro Municipale di Ituzaingó, che con La Matanza e Hurlingham ricade nella circoscrizione consolare di Morón.

In prima fila l’Agente Consolare Giulio Barbato e il Console Generale di Carmelo Barbera, che hanno salutato il pubblico prima dello spettacolo. In sala erano presenti anche i rappresentanti dei Comites, i corrispondenti consolari e altri rappresentanti delle istituzioni italiane e argentine.

Barbato ha ricordato la lotta per la Liberazione, che ha permesso la caduta del Fascismo e la fine della guerra. E ha avuto come epilogo proprio quel referendum del 2 giugno del 1946 con cui gli italiani scelsero la forma repubblicana.

Barbera ha insistito sull’importanza della cittadinanza attiva della nostra comunità, fatta di consapevolezza, informazione, partecipazione. Perché essere cittadini italiani non sia solo il possesso di un passaporto “pesante”.

Poi i discorsi hanno lasciato il posto allo spettacolo. Il cui titolo, Un tango italiano, riassume perfettamente quella feconda fusione culturale che ha dato vita alla “più numerosa comunità italiana fuori dall’Italia”, come sempre ricorda Carmelo Barbera.

Scritto e diretto da Sebastián Pajoni, è un vero e proprio “thriller in musica” che rende omaggio ai grandi classici della canzone leggera italiana dagli anni '50 a oggi, arrangiati in stile di tango da Hugo Hoffman. 

In scena, Rosana Laudani e Diego Bros, due volti noti del musical in Argentina, che cantano, ballano e recitano dal vivo. Insieme con loro Martín Cruz. Alle loro spalle viene proiettato un film che racconta una storia d’amore tra Firenze e Buenos Aires ma è anche un giallo alla maniera di Caccia al ladro, pieno di colpi di scena. 

Grazie alla sapiente scrittura di Pajoni, la storia riesce a tenere insieme brani diversissimi tra loro: Che bambola! di Fred Buscaglione, Il mondo di Jimmy Fontana, E penso a te di Lucio Battisti, Che cos’è l’amor di Vinicio Capossela... E due canzoni di Milva: una versione italiana della Cumparsita e Un tango italiano, che dà il titolo all’opera.  

L'esecuzione delle musiche è affidata a tre musicisti: Juan Rivero (piano), Ignacio Claramonte (bandoneón) e Roberto Saver (batteria). 

“Siamo molto orgogliosi di questo spettacolo – dice Melina González, la produttrice esecutiva che oggi è raggiante per il successo –. È una macchina perfetta, dove tutti hanno dato il massimo”.

Replicato per tutto il 2023 al Café La Humedad di Buenos Aires, Un tango italiano da ieri ha conquistato il palco di un grande teatro. “Dove si perde un po’ di intimità – continua Melina – ma dove il pubblico può apprezzare meglio i mille dettagli del video. Il direttore dell’illuminazione e quello del suono si sono fatti in quattro per riadattare il tutto al nuovo formato. E gli attori e i musicisti hanno raggiunto una tale sintonia che è stata sufficiente una sola prova per prendere possesso degli spazi”.

Ora la compagnia è pronta per partire per una tournée e Un tango italiano girerà in tutta l’Argentina, come ambasciatore di quell’identità italiana che la nostra collettività ha saputo reinventare e calare nella propria realtà.