ADELAIDE – Nicolò Guarrera, classe ’93, di Malo, in provincia di Vicenza, si laurea in Economia e inizia una brillante carriera a Milano. Apprezza l’arte e proprio l’arte lo ispira a interrogarsi sul concetto di bellezza, non solo nelle opere ma anche nella natura. Trae ispirazione anche dal messaggio di Giovanni Paolo II ai giovani: “Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”, anche da qui la voglia di scoprire come rendere la propria vita un’opera d’arte.

L’arte fa riferimento all’estetica, mentre la vita? Cosa significa ‘vita bella’? Diversa dalla bella vita. Queste le domande che gli girano in testa. Decide quindi di iniziare la ricerca della bellezza, partendo dal mondo della natura e nel modo più naturale possibile: camminando. “Lentamente, per dare alla diversità la possibilità di dischiudersi e rivelarsi – dice Nicolò, citando l’esempio del deserto –. Se lo percorri in macchina è tutto uguale; se vai piano, noti come cambia e lo scopri bello”.

Di camminata in camminata decide di partire, a piedi, per fare il giro del mondo, accompagnato da un passeggino gemellare, Ezio, e per rispondere alle domande: la mia vita è bella? Oppure, cos’è una vita bella?
Sa già che per rispondere a questa domanda dovrà camminare molto: “Forse lo capirò a 80 anni”, scherza.

Quindi, dà le dimissioni, in prossimità di un contratto a tempo indeterminato – la famiglia lo supporta nella decisione –, raccoglie tutti i suoi risparmi e parte, dirigendosi verso il tramonto, a Occidente. Arriva quindi in Francia, attraversa la Spagna e raggiunge Gran Canaria, a marzo 2021, da cui riparte, su un catamarano di 11 metri di un australiano, alla volta del Sud America. Nicolò ci metterà due anni a percorrere a piedi 12mila chilometri, tutto il Sud America, partendo dalla capitale dell’Ecuador e attraversando Perù e Cile, per arrivare a Ushuaia, il punto più a sud dell’Argentina.

“Il Sud America mi ha lasciato tanto amore – racconta –; pensavo di fermarmi la metà del tempo e invece mi sono fermato due anni. Ho incontrato una ragazza, anche se poi ci siamo separati. Ho scoperto le maestose Ande, il deserto di Atacama, uno dei più aridi al mondo, mi sono innamorato del Cile, del suo popolo e dei suoi luoghi fuori dal turismo di massa”.

Il Sud America regala a Nicolò il piacere della scoperta. Dalla punta più meridionale, prende un aereo e atterra a Sydney, a fine marzo 2023: arrivato in South Australia ora si sta dirigendo – percorre circa 40 chilometri al giorno – verso Darwin. Presto sarà nel rosso Outback.

“L’Australia mi sta offrendo delle albe stupefacenti, tra le più belle della mia vita. Oltre all’accoglienza delle persone e soprattutto la multiculturalità”.

Viene da chiedersi se non si senta mai solo: “In realtà no; sento la mancanza di casa e poi ho Ezio, il mio passeggino, con cui ci facciamo tante chiacchierate”, racconta.

Ezio contiene tutto il necessario: cibo, vestiti, tecnologia, medicine, pezzi di ricambio per se stesso. È interessante ascoltare come Nicolò parli di Ezio, un nome a caso, “l’unica cosa di questo viaggio che non ha senso”, il suo compagno d’avventura: “Sogniamo tanto”.
La “loro” giornata tipo prevede la sveglia all’alba, la preparazione del bagaglio, la colazione e poi in cammino, per circa nove ore, comprese pause, stretching e merende. Al tramonto, Nicolò rimonta la tenda, poi cena, bucato, manutenzione, scrittura e lettura, prima di dormire. Il suo programma ora è di arrivare a Darwin per metà settembre, da lì in aereo inizierà il suo viaggio verso l’Italia, partendo da Calcutta, attraversando l’Asia, per arrivare a casa in circa due anni.

Nicolò, finora, ha trovato la meraviglia in tanti luoghi e ha trovato sicuramente la pace, oltre alla felicità che ha provato per la prima volta in Perù, quando è arrivato in cima a una montagna, stanco, raffreddato e con il corpo al limite, per scoprire una vallata spettacolare ai suoi piedi, con il sole all’orizzonte, un punto bellissimo e di arrivo: “Ho provato una forte gratitudine nei confronti del mio corpo, per avermi portato sano e salvo fino a lì”, racconta.

Mentre cammina, Nicolò parla a se stesso, pensa tanto e ogni volta che ha un pensiero ricorrente cerca di trovarne di nuovi, di allontanare quelli che lui chiama “pensieri ridondanti”.

Una volta a casa avrà 32 anni. Cosa si aspetta? In realtà non lo sa ancora, non se lo è chiesto: “Probabilmente scriverò un libro; mi piacerebbe parlare della mia esperienza nelle scuole, cercare di capire cosa ho imparato e raccolto da questo mio cammino”.

Inizialmente dovrà riposare, molto; di sicuro vorrà trascorrere diversi mesi con la famiglia e gli amici. Per ora il messaggio del viaggio che ha intrapreso è che andare lenti permette di godersi meglio la vita: “Tanto il tempo passa comunque e andando veloce, come spesso si vive in Italia, si perdono per strada le piccole cose preziose nella loro unicità”.
È possibile seguire il suo viaggio  dalla pagina Instagram, ‘Nicolò Guarrera – Giro del mondo a piedi’.