MELBOURNE - A convincere Joyce Conidoni a studiare la lingua, non è stata tanto l’influenza dei genitori di origine italiana, quanto l’incontro con la sua professoressa dell’ultimo anno di scuola, una figura molto importante che l’ha ispirata a intraprendere quel percorso.
“Abbiamo fin da subito instaurato un rapporto speciale, nei miei progetti c’era già l’idea di insegnare, ma solo partecipando alle sue lezioni mi sono appassionata all’italiano e ho capito che quella sarebbe stata la mia strada”.
Dopo le superiori, si è laureata in lingue studiando italiano e francese a La Troube University e ha iniziato la sua carriera nel mondo dell’educazione.
Dal 2006 insegna all’East Doncaster Secondary College, dove è anche l’Italian Domain Leader.
Alla scuola gli alunni sono obbligati a studiare una seconda lingua per tre anni e possono poi scegliere se proseguire o meno, solo all’Anno 10. Questo si riflette anche sugli ottimi risultati ATAR ottenuti dai ragazzi.
“Abbiamo un gruppo di insegnanti e un’assistente di lingua molto appassionati nella nostra scuola, cerchiamo di proporre agli alunni diversi spunti culturali, perché sappiamo bene che la lingua è strettamente connessa con la cultura - spiega Conidoni -. Per questo cerchiamo di approfondire aspetti legati alla cultura per coinvolgere i ragazzi, come la celebrazione della Festa della Repubblica”.
Per l’Anno 9, l’intenzione sarebbe quella di introdurre alcuni elementi del CLIL alle lezioni, per rendere il programma ancora più ricco e incentivare gli alunni a mantenere la lingua anche per gli ultimi anni delle superiori, fino al VCE.
“Cerchiamo di coinvolgere i ragazzi con giochi e lezioni interattive che includano l’uso di video, materiale visivo e utilizzando la tecnologia, con cui i ragazzi si sentono particolarmente a loro agio - prosegue l’insegnante -. È fondamentale mantenere il passo con le conoscenze dei ragazzi, loro cambiano e l’insegnamento deve cambiare con loro”.
Se la grammatica rappresenta sempre un capitolo ostico per gli studenti, Conidoni racconta come l’ascolto e la parte orale siano gli scogli più alti da superare:
“In classe parlo italiano con loro e, anche se non capiscono tutto quello che dico, riescono a dedurne il significato. Credo che esporre gli studenti alla lingua il più possibile sia importante, anche se si intimidiscono sempre quando si tratta di parlare”.