SYDNEY - L’isolamento sociale è un fenomeno in crescita tra i giovani, in particolare in ambito universitario. Un recente studio condotto da Antonella Beconi, coordinatrice dei corsi di lingua presso il Centre for Continuing Education, vicepresidentessa della Dante Alighieri Society di Sydney e seasonal tutor di Italian Studies all’Università di Sydney, ha analizzato il ruolo dell’insegnamento dell’italiano nel rafforzare le connessioni tra gli studenti e il loro senso di appartenenza all’università.
La ricerca, pubblicata dalla Faculty of Arts and Social Sciences dell’Università di Sydney, evidenzia come lo studio di una lingua possa rappresentare un antidoto all’isolamento e contribuire al benessere sociale ed emotivo degli studenti.
“La mia ricerca nasce da un’osservazione diretta – spiega Beconi –. In Australia, gli studenti universitari tendono a isolarsi: entrano in aula e si siedono distanti gli uni dagli altri, evitando interazioni spontanee. In Italia, invece, è naturale che gli studenti si siedano vicini, si presentino e facciano domande. Questo approccio sociale incide profondamente sul benessere individuale”.
Beconi sottolinea che il problema dell’isolamento non riguarda solo l’università, ma riflette una tendenza più ampia nella società contemporanea: “Il benessere dipende dalla comunicazione e dalle relazioni. È essenziale che le università offrano spazi in cui gli studenti possano connettersi”.
Lo studio di Beconi si concentra su tre aspetti fondamentali che influenzano il senso di appartenenza degli studenti: il clima in aula e il livello di comfort degli studenti, le relazioni tra studenti, il senso di appartenenza all’università. Questi elementi sono stati analizzati attraverso sondaggi e interviste qualitative condotte tra il 2020 e il 2021.
I dati raccolti mostrano che i corsi di lingua favoriscono la socializzazione più di altre discipline universitarie. Beconi attribuisce questo risultato alla natura stessa dell’insegnamento linguistico: “Studiare una lingua significa parlare di sé: dire il proprio nome, condividere interessi e passioni. Queste conversazioni spontanee creano legami tra gli studenti in modo naturale”.
La pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto significativo sulla socializzazione universitaria, mettendo in evidenza le criticità dell’insegnamento a distanza.
“Durante il lockdown, molti studenti hanno riferito che la classe di italiano era l’unico momento di interazione sociale della giornata”, racconta Beconi. Secondo Beconi, l’apprendimento di una lingua straniera va oltre la conoscenza linguistica: “L’insegnamento delle lingue non è solo una questione accademica, ma anche sociale. Le lingue facilitano le relazioni e migliorano il benessere emotivo”.
Aggiunge inoltre un’osservazione affascinante sulla lingua italiana: “Trovo che l’italiano è una lingua della felicità: per parlarlo devi aprire la bocca, usare le espressioni facciali e gesticolare. Questo rende la comunicazione più coinvolgente ed emotiva”.
Lo studio suggerisce alcune strategie per contrastare l’isolamento sociale negli atenei: incentivare l’apprendimento delle lingue straniere per migliorare la socializzazione, aumentare le opportunità di interazione in presenza creando spazi di aggregazione per gli studenti e riconoscere il valore delle lingue come strumenti di benessere psicologico e relazionale.
“Le università dovrebbero includere almeno un corso di lingua obbligatorio nel curriculum di ogni studente. Parlare di sé in una seconda lingua aiuta a costruire amicizie e a sentirsi parte di una comunità”, aggiunge Beconi.
Negli ultimi anni, l’insegnamento dell’italiano in Australia ha subito una riduzione, con sempre meno università che offrono corsi di lingua a causa del calo di iscrizioni.
In questo contesto, la ricerca di Beconi acquisisce un’importanza ancora maggiore, dimostrando che lo studio dell’italiano non è solo una questione linguistica, ma un potente strumento di coesione sociale: “Sentirsi parte di qualcosa è essenziale per il benessere.
L’isolamento sociale è un problema che le università devono affrontare, e l’insegnamento delle lingue può essere una soluzione”.
Pubblicato dall’Università di Sydney, questo studio offre spunti preziosi su come migliorare l’esperienza universitaria e rafforzare il senso di appartenenza tra gli studenti.