La Chiesa cattolica utilizza, dal 1582, il calendario gregoriano per stabilire i giorni di festa. Per questo, tra i cattolici e gli ortodossi esiste una differenza di date per le feste principali – Natale, Epifania e Pasqua.

Da parte di papa Francesco ci sarebbero le migliori intenzioni. Anche gli ortodossi avrebbero la volontà di fissare finalmente una data comune per celebrare la Resurrezione di Cristo.

A novembre dell’anno scorso (2022), a Bahrein, papa Francesco ha incontrato il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I (al secolo Dimitrios Archontonis), e hanno parlato della possibilità di stabilire una data comune per celebrare la Resurrezione, un obiettivo condiviso nel nome del Concilio di Nicea. 

Nicea, il primo dei concili ecumenici della storia, si tenne nel maggio-giugno dell’anno 325 per volontà dell’imperatore Costantino; vi parteciparono più di 200 vescovi, in maggioranza orientali. Fu molto importante e servì a fissare alcuni punti saldi dell’ortodossia cristiana: soprattutto, fissò la celebrazione della Pasqua dopo l’equinozio di primavera.

Però, da molti secoli, cattolici e ortodossi non celebrano la Pasqua nella stessa data perché, appunto, i cattolici hanno adottato il calendario gregoriano, introdotto da papa Gregorio XIII, che “corregge” il calendario giuliano. Nel 1582, Gregorio XIII letteralmente tolse 10 giorni nel mese di ottobre per rimettere in linea il computo del tempo del calendario precedente e la durata dell’anno solare.

Gli ortodossi russi, in generale, hanno sempre insistito per far sì che la Chiesa cattolica torni a celebrare la Pasqua con il calendario giuliano, rispettando la data della prima domenica dopo la luna piena.

Il 122esimo patriarca della Chiesa assira d’Oriente, Mar Awa III, eletto nel 2021, si chiama David Royel ed è nato nel 1975 a Chicago. Figlio della diaspora assira negli USA, è stato ordinato diacono già a 17 anni, e ha compiuto parte dei suoi studi teologici a Roma. Secondo Mar Awa, però, sotto il predecessore Mar Gewargis III, assieme ai copti e i siro-ortodossi, avevano accettato l’idea di trovare con le altre Chiese una data comune fissa per celebrare la Pasqua.

Nel 2025 saranno passati 17 secoli dal primo Concilio ecumenico. Si è iniziato già a parlare della possibilità di avere un incontro per celebrare un nuovo concilio tutti insieme: la Chiesa di Roma, le Chiese ortodosse, le antiche Chiese d’Oriente. Il 2025, inoltre, potrebbe essere propizio per iniziare, in maniera “naturale”, a parlare di una data unica, dal momento che in quell’anno la Pasqua cade lo stesso giorno per tutti.

Sarebbe un’opportunità per tornare a ciò che la scienza e l’astronomia suggeriscono. L’obiettivo richiederà il coinvolgimento di astronomi, oltre che di liturgisti, dal momento che il calcolo si basa su equinozi e pleniluni.

Scienza e teologia, ragione e rivelazione, ma con un calcolo scientifico più solido e accurato.

“Nel quadro dell’anniversario – ha spiegato Bartolomeo – si deve trovare una soluzione. Voglio sottolineare che sia da parte ortodossa sia da parte cattolica ci sono buone intenzioni di finalmente fissare una data comune per celebrare la Resurrezione di Cristo”.

L’anno giubilare, quindi – e l’anno con un giorno comune per celebrare la Pasqua in Occidente e in Oriente –, potrebbe essere l’occasione perfetta per tornare alla Pasqua comune e porre fine a questa divisione.