BUENOS AIRES – Al Circolo Italiano di Buenos Aires, il pomeriggio di venerdì 1 agosto è cominciato con un malinteso tipicamente “montalbanesco”: Catarella che chiama il famoso commissario alle cinque del mattino, dando un’informazione non del tutto corretta. Un malinteso che si risolverà qualche ora dopo, quando il commissario Salvo Montalbano si recherà nel suo ufficio – ormai ben più sveglio – e incontrerà il suo affezionato sottoposto “di persona personalmente”.
Con quesdta scena è iniziato Il ladro di merendine, il primo episodio della serie televisiva italiana Il commissario Montalbano, proiettato durante una lezione speciale, che faceva parte di un omaggio per i cento anni dalla nascita di Andrea Camilleri (1925-2019).
È stata la prima “merenda” di un ciclo di incontri dedicato al giallo italiano, organizzato dal Circolo e guidato dalla docente Sol de Brito.
Hanno partecipato più di trenta persone – tra cui diversi italiani nati nella Penisola – che hanno preso parte con entusiasmo all’analisi collettiva dell’episodio.
Il ladro di merendine è stato anche il pretesto perfetto per ripassare alcuni degli elementi più caratteristici dell’opera di Andrea Camilleri.
È l’episodio in cui il commissario conosce François, un bambino immigrato che tornerà in altre storie della serie e che metterà alla prova la morale di Salvo. Viene inoltre delineato il rapporto, con tutte le sue sfumature, con Livia, che vive a Genova e con cui Montalbano mantiene una relazione a distanza. “A volte si sente affogato”, spiega Sol.
Sol ha guidato i presenti tra le pieghe del linguaggio: dall’uso del dialetto siciliano – presente in tutta la serie – fino a espressioni come babbiare (scherzare, prendere in giro), che proprio grazie alla serie contro entrate nel linguaggio quotidiano in Italia.
Ha parlato anche dei codici culturali del Sud, come l’omertà, il silenzio complice che attraversa molti dei casi indagati da Montalbano: “Nessuno vede, nessuno ascolta”, ha commentato, analizzando l’atteggiamento di alcuni personaggi che preferiscono tacere, pur non avendo nulla da nascondere.
La merenda tematica.
Come nella serie, il cibo non è stato secondario: la merenda, curata dal ristorante Bravo – situato all’interno del Circolo Italiano – è consistita in una torta caprese alle mandorle e cioccolato fondente, accompagnata da una quenelle di gelato al pistacchio tostato e da un caffè espresso.
Un momento speciale è stata la proiezione del saluto inviato dall’Italia da Luca Zingaretti, l’attore che ha interpretato Montalbano nella serie tv, dal 1999 al 2021. “Vi saluto affettuosamente e vi mando un grande abbraccio”, ha detto alla fine del video.
Il video-saluto di Luca Zingaretti al Circolo.
La serie originale conta 37 episodi, oltre Il giovane Montalbano, uno spin-off dove il commissario è interpretato da Michele Riondino. Anche se ogni puntata può essere vista singolarmente, tutte insieme compongono una vera sinfonia del Sud Italia, dove si intrecciano umorismo, ironia, critica sociale e una forte identità territoriale.
Prima di concludere la giornata, la professoressa de Brito ha annunciato che questo è stato solo il primo incontro del ciclo. Il prossimo sarà sabato 6 settembre alle 16:00 e sarà dedicato al vicequestore Rocco Schiavone, personaggio creato da Antonio Manzini e intepretato da Marco Giallini, in una serie ambientata nei paesaggi invernali della Valle d’Aosta.