Il 1983 è stato un anno fondamentale per il multiculturalismo del Victoria: si tratta, infatti, dell’anno in cui è stata istituita per la prima volta la Commissione Multiculturale del Victoria (VMC). Una istituzione che ha fatto seguito all’approvazione della legge inaugurale sulla Commissione per gli Affari Etnici nel 1982.

Nel corso di questi 40 anni, la Commissione ha assicurato che le numerose comunità, che hanno fatto del Victoria la loro casa, fossero tutte rappresentate e che ognuna avesse voce in capitolo, dando loro la possibilità di collaborare ad alcuni aspetti del dibattito politico e partecipare a iniziative di inclusione sociale.

La strada per arrivare al punto in cui ci troviamo oggi, una società in cui il multiculturalismo è rispettato e apprezzato, non è stata facile: la politica della White Australia fu particolarmente dannosa e venne abolita nel 1966. È stata seguita per un breve periodo dalla politica di integrazione, prima che l’Australia cominciasse a comprendere i benefici sociali, economici e culturali apportati dagli immigrati e ad abbracciare il multiculturalismo.

L’attuale presidente della VMC, Vivienne Nguyen, è molto orgogliosa dei progressi compiuti dalla Commissione, e si è così espressa: “Sin dalla sua nascita, la VMC ha svolto un ruolo fondamentale nel promuovere e celebrare la diversità culturale all’interno del Victoria. Fornisce il pezzo mancante del puzzle politico, creando connessioni e dando voce e visibilità a comunità che potrebbero essere altrimenti emarginate nei dibattiti e negli sviluppi politici”.

La scorsa settimana, la VMC si è riunita con molti ex commissari, rappresentanti della comunità e stakeholder per celebrare il 40° compleanno. 

Il Ministro per gli Affari Multiculturali, Ingrid Stitt, si è rivolto all’assemblea sottolineando il ruolo significativo che la VMC svolge nel Victoria. Ha riconosciuto l’impegno della Commissione nel garantire la piena partecipazione di tutte le comunità, a tutti i livelli della società del Victoria. Ha inoltre sottolineato il contributo della VMC alla coesione sociale e al senso di appartenenza della comunità in generale.

L’evento ha segnato anche il lancio di un interessante rapporto realizzato dal Social Research Centre, dal titolo ‘Making Multicultural Victoria: 40 years of the Victorian Multicultural Commission, 1983-2023’. Il rapporto ripercorre la storia della politica multiculturale, sia la formazione che il lavoro svolto dalla Commissione e fornisce approfondimenti sull’impatto della VMC nel corso degli anni. 

Tale impatto comprende le risposte ai disastri naturali che hanno colpito le comunità multiculturali, come gli incendi e le inondazioni per gli agricoltori e le altre vittime, il sostegno alle arti attraverso varie iniziative come il VMC Film Festival o il supporto ai distretti culturali (ad esempio il distretto italiano di Lygon Street).

La Commissione si è evoluta molto nel corso di questi 40 anni, ma un ruolo determinante è stato giocato dalla Legge sulla multiculturalità del 2004, in quanto ha fissato nella legislazione i principi del multiculturalismo, definendo, in aggiunta, le relazioni richieste da altri dipartimenti e agenzie governative in termini di multiculturalismo. Nel 2011, i consigli consultivi regionali della VMC sono stati inclusi nel perfezionamento della legge. Ciò ha significato l’esistenza di un veicolo formale per garantire alle comunità delle aree regionali del Victoria un processo ufficiale e una rappresentanza.

È interessante notare che le nomine dei commissari e dei presidenti della VMC nel corso di 40 anni riflettono i modelli di migrazione in Australia. La stessa Vivienne Nguyen e la sua famiglia si stabilirono qui come rifugiati in fuga dalla guerra del Vietnam.

Per quanto riguarda il contributo italiano, Franco Schiavone è stato il terzo presidente della VMC che ha fatto sì che il multiculturalismo continuasse a rappresentare un filo conduttore per una comunità eterogenea.

Commissari di origine italiana sono stati Joe Caputo, io stessa e, più recentemente, Gabrielle Marchetti, commissario rappresentante della comunità dell’Ethnic Communities Council of Victoria.

Gabrielle ha spiegato: “Mi considero un ponte tra le comunità e il governo vittoriano, e anche un ponte tra i vari gruppi e organizzazioni della comunità. Il mio compito è ascoltare le comunità, comprendere le loro esigenze, costruire relazioni positive e promuovere l’armonia”.

È proprio questa attività di advocacy e lo stretto legame con la comunità a garantire un lavoro d’impatto. Ad esempio, la Commissione è stata in grado di istituire una rete multireligiosa, una risposta alle modifiche proposte alla legge 18C e 18D sulla diffamazione razziale dopo un’ampia consultazione con la comunità. Inoltre, la Commissione ha fornito consulenza e contribuito alle comunità durante la pandemia COVID-19.

Oggi, la Commissione continua a lavorare sul tema degli abusi sugli anziani e della violenza domestica nelle comunità multiculturali, sostenendo al contempo lo sviluppo di una leadership comunitaria multiculturale in modo che tutti abbiano “un posto a tavola”.

Tra tutto questo lavoro, ci sono però anche momenti di celebrazione che riuniscono molte persone nel godere della ricchezza della diversità e dell’unicità della comunità di Victoria. Questi eventi includono la Settimana della Diversità Culturale, che si tiene ogni anno a marzo, e il tanto amato Gala Multiculturale.

La Commissione sostiene anche una serie di festival e iniziative artistiche, tra cui la Festa italiana, il Festival ispanico, il Capodanno lunare e il Festival culturale e musicale africano. 

In qualità di ex commissario, ho una certa consapevolezza del potere e del privilegio del ruolo della Commissione nella comunità e, in quanto organismo indipendente con il sostegno bi-partisan di tutto il governo, essa può garantire che mai più le pratiche discriminatorie rimangano incontrastate e che le voci vengano messe a tacere a causa dell’etnia, del colore, della razza o della fede.

Abbiamo fatto molta strada dalla White Australia Policy, ma l’autocompiacimento è pericoloso. I quarant’anni della VMC garantiscono che il multiculturalismo del Victoria continui a fare parte del nostro tessuto sociale.

Articolo di Teresa De Fazio
tradotto da Raffaella Papa