ADELAIDE - La serata è stata organizzata per onorare la città di Fiume, ora Rijeka e dei suoi patroni, i santi Vito e Modesto.

Come ogni anno, il presidente Aldo Tonon, coadiuvato dalla segretaria Silvana Pasquini e da tutto il comitato, cura ogni dettaglio, affinché venga dato il giusto tributo all’Istria, agli esuli istriani e alla memoria storica, e tragica, che li lega in maniera assolutamente speciale.

Non solo buon cibo, divertimento, danze, musica, una ricca lotteria, allegria in sala e sulla pista da ballo, ma anche tanta storia e informazioni.

È stata infatti allestita una mostra all’interno del salone delle feste del Sicilia Club, curata da Edi Salvagno, che fa parte del comitato, assieme ad altri membri. Diversi i pannelli, raffiguranti gli stemmi delle città dell’Istria, oltre alle descrizioni della storia, della geografia e di alcune delle maggiori città della regione.

Ancora, erano presenti anche diverse mappe dell’Istria, quando era ancora italiana. Alla fine della mostra, una rassegna fotografica molto toccante, non solo raffigurante gli usi e costumi della vita degli istriani ma soprattutto raffigurante il truce ed efferato fenomeno dello sterminio accaduto tra il 1943 e il 1947, tristemente noto con il nome di Omicidi delle Foibe, quando persero la vita circa diecimila italiani, gettati nelle cavità carsiche.

Morirono uomini e donne di tutte le dottrine politiche e religiose e di tutte le età. Alcune delle foto raffiguravano lo strazio dei circa 350mila esuli durante la fuga per salvarsi, alcune famiglie assieme alle masserizie hanno portato con loro fazzoletti in cui era custodito un pugno della terra che stavano lasciando, moltissimi per sempre. 

In pochi sono sopravvissuti alle foibe: tra questi Giovanni Radeticchio, emigrato in Australia e precisamente ad Adelaide. Assieme a Graziano Udovisi e Vittorio Corsi, altri due sopravvissuti, è stato possibile ricostruire la memoria storica di quegli anni così bui. Nella mostra incluse anche le storie dei santi Vito e Modesto.

Una serata all’insegna del ricordo e della commemorazione ma comunque trascorsa in allegria e vissuta con la dignità tipica degli istriani, che tanto hanno sofferto e rischiato, per salvare le proprie vite, costretti a lasciare la loro terra d’origine per ritrovarsi a partire dal nulla in paesi talvolta molto lontani, come l’Australia, con parte del cuore in quel fazzoletto di terra mai dimenticato.