C’era una volta un gruppo di giovani discendenti di emiliano-romagnoli che vivevano a Mar del Plata. Avevano tutti tra i 20 e i 30 anni e si erano resi conto di quanto l’associazionismo tradizionale gli stesse stretto. Così, incoraggiati dalla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, un ente creato dalla Regione per attuare interventi per i concittadini all’estero, hanno fondato l’associazione Nuevas Generaciones Terra (acronimo di “Tracce dell’Emilia Romagna nella Repubblica Argentina”) di Mar del Plata. “Era il 27 agosto 2012 – ricorda Marcelo Carrara, uno dei fondatori e presidente della Federazione delle Società Italiane di Mar del Plata –. L’età media era tra i 20 e i 25 anni. Io, che ne avevo 30, ero uno dei più vecchi”.

Il nonno di Marcelo era di Bettola, piccolo comune sulle colline piacentine, la cui origine risale all’epoca longobarda, tra il VII e l’VIII secolo. “Era un contadino e ancora oggi la vita della mia famiglia è legata all’agricoltura – dice –. Papà, a 78 anni, coltiva ancora le patate personalmente”.

In 11 anni quel gruppo di ragazzi di strada ne ha fatta. “Abbiamo reso più moderne le attività sociali – spiega Marcelo ­–. Al posto dei classici pranzi seduti, abbiamo inaugurato gli aperitivi e le apericene”. Cioè un aperitivo più strutturato e completo, che funziona come sostituto della cena, di moda in Italia. Ogni appuntamento gastronomico è anche un momento di approfondimento culturale, per conoscere la storia dei piatti tipici più famosi, come la piadina, o riscoprire antiche ricette meno note all’estero, come la mitica torta Barozzi di Vignola (Modena), ideata a fine ‘800. A base di cioccolato fondente (ma guai a chiamarla brownie!), è diventata un must delle feste dell’associazione.

“A giugno, tutti i mercoledì alle 19,30, avremo una degustazione di vino, grazie al socio Facundo Di Marco, sommelier – continua Marcelo –. Abbiamo scelto vini prodotti in Argentina ma da vitigni italiani”. Il progetto, denominato Viajando por Italia en una copa de vino (viaggio in Italia in un calice di vino), inizierà – con un dovuto omaggio alla regione – con il Lambrusco Don Bosco, di Mendoza, proveniente da una cantina gestita dai padri salesiani, che furono i primi, 150 anni fa, a produrre questo vino nel Paese, dal momento che serviva per la messa (prenotazioni: 223-5138063).

È orgoglioso, Marcelo, quando parla dei risultati ottenuti dall’associazione. “Quest’anno il club nautico del porto ci ha chiesto di ideare una ‘regata dell’italianità’ – dice –. L’abbiamo denominata Coppa della Repubblica, perché si svolgerà l’11 giugno, a pochi giorni dai festeggiamenti ufficiali”. 

Dal 2017 viene organizzata una Settimana dell’Emilia Romagna (quest’anno a fine agosto), durante la quale i soci visitano le scuole della città dove si insegna italiano e parlano della proprioa terra d’origine. “I ragazzi fanno domande su Rimini, l’Università di Bologna, la Ferrari – dice Marcelo –. Vogliono sapere dell’Italia di oggi, non di quella dei loro bisnonni”. A questo proposito, la terza domenica di marzo di ogni anno, l’associazione organizza un incontro informativo sul turismo delle radici, un modo di viaggiare che permette di scoprire – e vivere – la città o il paese (molto spesso uno dei tanti borghi antichi e sconosciuti d’Italia) dei propri antenati. Una riunione che riscuote molto interesse, a cui partecipano persone che mai sono state in Italia, o che ci sono state ma hanno trascurato il “paese dei nonni” o, ancora, l’hanno visitato senza gli strumenti per cucire i fili della propria storia personale nella trama più ampia della storia di due nazioni.  

In questi giorni, si vive molta apprensione per le inondazioni in Romagna. “Dal minuto zero abbiamo seguito le notizie e cercato di metterci in contatto con amici, familiari, compagni argentini che erano a Imola per seguire il GP di Formula 1 – afferma Marcelo –. E stiamo organizzando in fretta e furia un festival per raccogliere una cifra, simbolica visto il valore del peso, da donare”.

E il futuro? Marcelo non ha dubbi: “Il mio sogno è sedermi comodo e godermi le iniziative organizzate da altri. Giovani, come noi 10 anni fa. Siamo disponibili a collaborare, accompagnare le nuove leve. Ma non vogliamo ripetere gli errori fatti da altri e impedire il rinnovamento”.