SYDNEY - Economisti e mercati avevano previsto quasi all’unanimità un taglio di 25 punti base a luglio, ma il consiglio della Banca centrale ha scelto di attendere ulteriori conferme positive dall’andamento dell’inflazione prima di procedere.
Nel 2025 i tassi sono stati ridotti due volte, in risposta a un rallentamento dell’inflazione e a quello parallelo della crescita economica, con un occhio anche al livello occupazionale.
La governatrice Michele Bullock ha riconosciuto che molte famiglie avrebbero accolto favorevolmente un ulteriore taglio per alleggerire il bilancio familiare, ma ha ribadito la necessità di muoversi con prudenza: “Siamo molto attenti a non dover tornare a combattere l’inflazione”.
Il ministro del Tesoro Jim Chalmers ha commentato la decisione del consiglio della Banca centrale ponendo l’accento sulle incertezze globali dell’economia, un riferimento alla politica protezionistica degli Stati Uniti, evitando di fare accenno ai timori di una risalita del tasso d’inflazione.
L’Australian Retailers Association ha definito la decisione “un’occasione persa” per rilanciare un settore che impiega circa un australiano su dieci. “La spesa dei consumatori resta debole e i costi per le imprese sono elevati”, ha dichiarato il CEO Chris Rodwell.
Anche il Real Estate Institute of Australia ha espresso preoccupazione: secondo la presidente Leanne Pilkington, il mancato taglio lascerà i costi dei mutui troppo alti per chi cerca di acquistare la prima casa. “Capisco la necessità di controllare l’inflazione, ma serve equilibrio”.
Bullock ha aggiunto che i tassi d’interesse non sono l’unico ostacolo all’accesso alla casa: “Abbiamo ricevuto anche critiche secondo cui i tagli spingerebbero i prezzi verso l’alto. È una battaglia persa”.