MONTEVIDEO — La Corte Elettorale dell'Uruguay ha convalidato le firme necessarie per autorizzare e portare avanti il referendum per abrogare la riforma della sicurezza sociale promossa dal governo di Luis Lacalle Pou, che ha generato una risposta energica da parte del sindacato centrale, il PIT-CNT, dei movimenti sociali e di vari settori del Frente Amplio, in particolare il Partito Comunista dell'Uruguay (PCU), il Partito Socialista (PS) e il Partito per la Vittoria del Popolo (PVP).

La raccolta delle firme ha anche ottenuto il sostegno della Federazione Uruguayana delle Cooperative Abitative per Mutuo Aiuto (Fucvam) e della Federazione degli Studenti Universitari dell'Uruguay (FEUU). 

Il 27 aprile, il sindacato centrale ha presentato 430mila firme, delle quali però solo 276.151 sono state validate dalla Corte Elettorale, mentre oltre 95mila firme sono state respinte per varie ragioni, soddisfacendo comunque il requisito del 10% del registro elettorale necessario per portare avanti la consultazione popolare.  

La proposta cerca di modificare l'articolo 67 della Costituzione affinché la sicurezza sociale sia riconosciuta come un diritto umano fondamentale, e in quanto tale non soggetto a lucro. 

Il plebiscito propone tre cambiamenti principali: fissare l'età di pensionamento a 60 anni, equiparare le pensioni minime al salario minimo ed eliminare le AFAP (Amministratori dei Fondi di Risparmio Pensionistico). Riguardo quest'ultimo punto, la riforma propone che il sistema di sicurezza sociale sia gestito esclusivamente dallo Stato e da enti pubblici non statali, vietando i sistemi di risparmio individuale con destinazione pensionistica. 

Il governo, da parte sua, difende il regime attuale e avverte che le modifiche proposte potrebbero incrementare il deficit fiscale e obbligare ad aumentare le tasse o i contributi dei lavoratori alla sicurezza sociale.  

Yamandú Orsi, candidato presidenziale del Frente Amplio, non ha sostenuto nella sua campagna l'idea del plebiscito né la raccolta delle firme, mentre Carolina Cosse, compagna di formula e candidata alla vicepresidenza per lo stesso partito, ha firmato per autorizzare la consultazione popolare sebbene abbia evitato di prendere posizione sul plebiscito. Il resto del Frente Amplio continua a mantenersi su una posizione di libertà d'azione, senza prendere una posizione definitiva in merito. 

Il plebiscito si terrà il 27 ottobre, insieme alle elezioni nazionali. Perché l'iniziativa abbia successo, dovrà ottenere la metà più uno dei voti. Il sindacato centrale si incontrerà con tutti i partiti politici per spiegare e difendere la sua proposta, cercando così il sostegno necessario per la sua approvazione.