MONTEVIDEO - Il prossimo sabato 1° marzo – dopo 98 giorni dalla vittoria di Yamandú Orsi e Carolina Cosse (Frente Amplio), al secondo turno delle elezioni nazionali, con il 49,8% dei voti – ci sarà la cerimonia di insediamento nella capitale uruguaiana.
Subito dopo la vittoria, il presidente eletto si è incontrato per la prima volta con quello uscente, Luis Lacalle Pou, per iniziare la transizione di governo, che è continuata con l’annuncio dei 14 ministri avvenuto il 15 dicembre. Il governo eletto ha trasferito la propria sede nell’edificio Plaza Alemania, nel quartiere di Palermo, dove sono stati fatti la maggior parte degli annunci riguardanti i team di ogni portfolio e le dichiarazioni dei futuri ministri.
La transizione, comunque, non è stata priva di polemiche e attriti tra le autorità entranti e quelle uscenti. Una delle diatribe, legata al processo stesso di passaggio di consegne, è stata dovuta alla mancanza di informazioni fornite dai funzionari governativi ai loro predecessori. I ministri nominati dell’Industria, Economia e Istruzione sono stati tra le autorità che hanno notato una certa lentezza nella transizione dei loro portfoli. Ma la decisione del governo uscente di firmare il contratto con il Consorcio Aguas de Montevideo (Consorzio Acque di Montevideo) per la costruzione di un impianto di trattamento delle acque ad Arazatí, nella regione San José, è stata la più grande controversia tra le due amministrazioni.
Il Progetto Arazatí (denominato anche progetto Nettuno) mira all'installazione di un nuovo impianto di trattamento dell'acqua potabile destinato a fornire acqua a Montevideo e dintorni. Il piano fornirà una fonte d'acqua alternativa da utilizzare in caso di problemi tecnici o fenomeni climatici avversi, come la crisi idrica che ha colpito il paese nel 2023. Le voci critiche mettono in guardia da significativi rischi ambientali e legali, mettendo in discussione il suo impatto sulla qualità dell'acqua del Río de la Plata e su importanti siti paleontologici e archeologici della regione.
Ad ogni modo, questo sabato Orsi assumerà il suo mandato, che durerà fino al 1° marzo 2030, in una cerimonia che inizierà nel Palazzo Legislativo e terminerà in Plaza Indipendenza. Il presidente eletto arriverà alla cerimonia del suo insediamento a bordo di un’auto elettrica. La notizia è stata data qualche giorno fa dal segretario designato della Presidenza, Alejandro Sánchez, secondo cui l’uso del veicolo green vuole lanciare un messaggio sulla necessità di un “uso responsabile delle risorse”, oltre a mostrare l’intenzione di procedere verso una “grande transizione energetica”.
Alle 14.00 nel Palazzo Legislativo, presidente e vicepresidente eletti, davanti a entrambe le Camere riunite in Assemblea Generale, pronunceranno il “Compromesso d’onore” e firmeranno il verbale, come stabilito dal Manuale del cerimoniale pubblico.
Se lo vorrà, il nuovo presidente della Repubblica potrà rivolgere un discorso all’Assemblea. Al momento dell’insediamento, Orsi e Cosse faranno la seguente dichiarazione: “Io, ... mi impegno sul mio onore a svolgere lealmente l’incarico affidatomi e a sostenere e difendere la Costituzione della Repubblica”.
Dopo il giuramento, lasceranno il Palazzo Legislativo per raggiungere Plaza Indipendenza, per il passaggio della fascia presidenziale. L’arrivo è previsto per le 16.30 in piazza, dove Lacalle Pou e la vicepresidente uscente, Beatriz Argimón, li riceveranno per il passaggio dei poteri. Sul palco principale, Orsi riceverà la fascia presidenziale da Lacalle Pou e inizierà il suo mandato di Presidente della Repubblica.
Il ministro degli Esteri nominato, Mario Lubetkin, ha dichiarato in una conferenza stampa che “dal punto di vista internazionale, per la presenza di presidenti, re e primi ministri, sarà la cerimonia con la più grande partecipazione storica dal ripristino della democrazia nel 1985”. Ha rivelato che parteciperanno almeno 14 presidenti e 185 “rappresentanti stranieri”, oltre a “decine e decine di uomini d'affari di alto livello”.
Lubetkin ha confermato la presenza dei presidenti Luiz Inácio Lula da Silva (Brasile), Santiago Peña (Paraguay), Gabriel Boric (Cile), Luis Arce (Bolivia), Gustavo Petro (Colombia), José Raúl Mulino (Panamá), Bernardo Arévalo (Guatemala), Xiomara Castro (Honduras) e Luis Abinader (Repubblica Dominicana).
Dall'Europa saranno presenti il re Felipe VI di Spagna e il presidente federale della Germania Frank-Walter Steinmeier. Per quanto riguarda i Paesi asiatici, il futuro ministro degli Esteri ha confermato la presenza di un “inviato speciale” del presidente cinese Xi Jinping, del presidente dell'Armenia Vahagn Khachaturyan, di “alti funzionari” della Repubblica Islamica dell'Iran e del ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar.
Sebbene il capo dello Stato eletto avesse intenzione di invitare al suo insediamento tutti i Paesi con cui l’Uruguay intrattiene relazioni diplomatiche, compresi Venezuela, Cuba e Nicaragua, Lacalle Pou, capo di un governo di centrodestra, ha bloccato l’invito ai governi di Cuba, Venezuela e Nicaragua, una decisione che si basa sulla posizione critica del presidente uscente nei confronti di questi regimi, che ha definito dittatoriali.. Tra la lista degli invitati figura anche il presidente ultraliberista argentino Javier Milei, che però non ha ancora confermato la sua partecipazione.