MONTEVIDEO - Le elezioni nazionali del 27 ottobre avranno un impatto sia sul prossimo mandato presidenziale sia sulla composizione del Parlamento per i prossimi cinque anni, ma forse anche sulla Costituzione del paese.  

Come in tutte le altre elezioni in Uruguay, il voto sarà obbligatorio, e i principali partiti in corsa per la guida del paese sono il Frente Amplio, il Partido Nacional, il Partido Colorado e Cabildo Abierto. Inoltre, parteciperanno alla competizione elettorale anche formazioni più piccole che comunque hanno superato la soglia minima dei 500 voti alle primarie di giugno, in particolare Identidad Soberana, Partido Independiente, Asamblea Popular, Partido Verde Animalista, Partido Institucional Ambientalista, Coalición Republicana, Basta Ya, PERI, Partido por los Cambios Necesarios e Avanzar Republicano.  

Se uno di questi dovesse ottenere più del 50% dei voti risulterebbe vincente al primo turno, mentre in caso contrario la decisione verrà rimandata a un secondo turno (o ballottaggio) tra le due formule con il maggior numero di voti, facendo tornare gli elettori alle urne domenica 24 novembre. In ogni caso, chiunque vinca assumerà la carica il 1° marzo 2025.  

Oltre al presidente, in questa tornata elettorale si voteranno anche i referendum costituzionali che hanno raccolto 270mila firme, il 10% degli iscritti alle liste elettorali. I quesiti riguardano la regolamentazione delle perquisizioni notturne (iniziativa presentata dai senatori e deputati di tutti i partiti politici tranne il Frente Amplio) e della previdenza sociale, promosso dal Pit-Cnt (Centro sindacale unico dell’Uruguay). 

Quest’ultimo, se approvato, metterebbe nero su bianco in Costituzione l’età di ritiro dal mondo lavorativo a 60 anni, equiparerebbe l’importo della pensione minima al salario minimo nazionale ed eliminerebbe i fondi pensione privati (Afap).  

Il referendum è nato come risposta alla riforma votata dal governo che, oltre ad aumentare l’età pensionabile da 60 a 65 anni, ha esteso le Afap a tutti i lavoratori che entrano per la prima volta nel mercato del lavoro. 

La proposta del PIT-CNT è stata respinta da tutti i candidati del partito di governo, anche dal candidato della sinistra, Yamandú Orsi, ma su questo il Frente Amplio risulta divisa al suo interno. Infatti, alcuni dei suoi settori più radicali – come il Partito Comunista e il Partito Socialista, contrariamente al loro candidato presidente – sostengono l’iniziativa del sindacato, lasciando la coalizione in una posizione scomoda e ambigua.  

Per essere valido, il quesito referendario dovrà raccogliere oltre 50% delle preferenze il 27 ottobre. E se ciò accadrà, secondo gli analisti, le priorità del prossimo governo saranno condizionate da questa riforma costituzionale, dal momento che alcune misure del referendum, come l’equiparazione della pensione minima al salario minimo nazionale, hanno un effetto immediato.  

Questo comporterebbe costi aggiuntivi per i conti dello Stato di quasi 1 miliardo di dollari all’anno, e l'attuale governo di Luis Lacalle Pou afferma che, per far fronte a questa eventuale spesa, potrebbe essere necessario aumentare le tasse.  

In Uruguay, al Presidente della Repubblica in carica è vietato fare campagna elettorale, ma nonostante questo Lacalle Pou ha difeso la riforma del suo esecutivo all’inizio del mese, in una conferenza stampa, e lo continua a fare nelle attività pubbliche a cui partecipa.  

L’organizzazione “Afirmá tus derechos” (Fa’ valere i tuoi diritti), composta dal Pit-Cnt e altri promotori della proposta, ha invece difeso la propria posizione anche nella televisione nazionale, affermando: “Siamo a un passo dal dare ai nostri concittadini dignità nella pensione”.  

I portavoce, infatti, hanno sottolineato che questa proposta non è partitica, e hanno invitato gli elettori a mettere il “Sì” sulla scheda elettorale indipendentemente dal candidato che voteranno, mettendo in discussione il modo in cui le Afap hanno operato nel Paese, definendole “un meccanismo costoso e inefficiente che non ha risolto i problemi della previdenza sociale”. 

Il secondo quesito riguarda invece le perquisizioni domiciliari da parte della polizia, e propone modificare l'articolo 11 della Costituzione, che attualmente vieta le perquisizioni domiciliari notturne, consentendole solo di giorno con ordine giudiziario.  

La proposta, avanzata dal senatore del Partido Nacional, Carlos Camy, mira a eliminare questa restrizione temporale, permettendo ai giudici di autorizzare perquisizioni anche di notte. I sostenitori della riforma ritengono che fornirebbe strumenti aggiuntivi per combattere la criminalità, mentre gli oppositori, tra cui alcuni sindacati di polizia, esprimono dubbi sulla sicurezza e legalità di tali operazioni. 

I sondaggi, in questo caso, mostrano un sostegno maggioritario al quesito, con il 49% degli uruguaiani favorevoli e il 36% contrari, sebbene molti rimangano indecisi. Se approvata, la riforma conferirebbe ai giudici l'autorità di ordinare perquisizioni notturne, richiedendo comunque una regolamentazione adeguata a proteggere i diritti e la privacy dei cittadini.